Ancora grande jazz all’Auditorium Marco Tamburini di Rovigo

L’atteso concerto del Trio di Enrico Pieranunzi, fra i più importanti pianisti europei degli ultimi trent’anni, chiuderà sabato 9 novembre la XIII edizione del Venezze Jazz Festival

Enrico Pieranunzi Trio con Enrico Pieranunzi (pianoforte), Luca Bulgarelli (contrabbasso) e Mauro Beggio (batteria)

ROVIGO – Con l’attesa esibizione del trio di uno dei massimi esponenti del pianismo jazz europeo, Enrico Pieranunzi – quasi a completare un ciclo che ha visto passare quest’anno a Rovigo altri due maestri del pianoforte come Franco D’Andrea (maggio) e Danilo Rea (luglio) – si chiuderà sabato 9 novembre il 13° Venezze Jazz Festival. Un ultimo atto davvero importante e prestigioso, che corona una stagione di grandi concerti, da Chris Potter a Ralph Towner, da Lionel Loueke a Paolo Fresu con la Venezze Big Band.

Romano, classe 1949, Pieranunzi è da tempo uno degli indiscussi maestri del jazz italiano. Ha registrato più di settanta dischi a suo nome, spaziando dal piano solo al trio, dal duo al quintetto e collaborando, in concerto ed in studio d’incisione, con maestri del calibro di Chet Baker, Lee Konitz, Art Farmer, Paul Motian, Charlie Haden, Chris Potter, Marc Johnson e Joey Baron, solo per fare qualche nome. Pluripremiato come miglior musicista italiano nel referendum indetto annualmente dalla rivista Musica Jazz (1989, 2003, 2008, 2014), la più importante pubblicata in Italia, ed anche come miglior musicista europeo (Django d’Or, 1997), Pieranunzi ha portato la sua musica sui palcoscenici di tutto il mondo, da Montreal a Copenaghen, da Berlino e Madrid, da Parigi a Tokyo, da Rio de Janeiro a Pechino. A partire dal 1982 è stato ripetutamente invitato negli Stati Uniti, esibendosi a New York, Boston e San Francisco. Da ricordare la sua partecipazione allo Spoleto Festival Usa 2007 di Charleston, North Carolina, che ne ha voluto offrire un ritratto completo, proponendo suoi concerti in piano solo, duo e trio. È anche l’unico musicista italiano, e fra i pochi in Europa, ad aver suonato e registrato più volte al Village Vanguard, storico locale jazz newyorkese. Proprio per il disco “Live at The Village Vanguard”, in trio con Marc Johnson e Paul Motian (Camjazz, 2010), ha vinto nel 2014 l‘Echo Jazz Award (equivalente tedesco del Grammy americano) come miglior pianista jazz internazionale.

La prestigiosa rivista americana Down Beat ha inserito il suo “Live in Paris”, registrato in trio con Hein Van de Geyn e André Ceccarelli, nella classifica dei migliori dischi del decennio 2000/2010. Il suo talento compositivo non è inferiore a quello pianistico. Alcune sue composizioni, come Night Bird, Don’t Forget the Poet o Fellini’s Waltz, sono diventati dei veri e propri standard, suonati e registrati in ogni angolo del mondo. Ha scritto di lui il celebre critico e storico di jazz americano Nat Hentoff: “Pieranunzi è un pianista di intenso lirismo, in grado di swingare con energia e freschezza e, allo stesso tempo, di non perdere mai la sua capacità poetica. La sua musica canta!”.

Oltre a guidare un trio europeo ed un trio americano, Enrico Pieranunzi suona da ormai molti anni con due straordinari jazzisti italiani che rispondono al nome di Luca Bulgarelli, abruzzese, classe 1972 – contrabbassista che ha collaborato stabilmente anche con Roberto Gatto, Mariapia De Vito, Fabrizio Bosso e, nel campo della canzone d’autore, con Sergio Cammariere – e di Mauro Beggio, vicentino, classe 1970, entrato a soli diciassette anni nel gruppo di Enrico Rava, e da tempo fra i più apprezzati e richiesti batteristi italiani. Beggio è stato docente al Venezze e da qualche anno è titolare della cattedra di batteria jazz al Conservatorio di Vicenza.

L’inizio del concerto è previsto alle ore 21.30 presso l’Auditorium Marco Tamburini, in via Pighin, (apertura porte ore 20.45) – entrata libera e gratuita fino ad esaurimento posti (n. 99).