Cinemadamare: successo a Trecenta per la prima serata di proiezioni all’aperto

Approfittando della sua presenza per l’anteprima del film “Ether”, abbiamo rivolto alcune domande alla special guest della serata, il regista Krzysztof Zanussi

La prima serata di proiezioni a Trecenta è iniziata. Franco Rina, il regista Krzysztof Zanussi e al sindaco di Trecenta, Antonio Laruccia, introducono la serata

Il regista polacco dalle lontane origini piemontesi, Krzysztof Zanussi, ha aperto la tappa veneta di Cinemadamare. Lo ha fatto mercoledì 21 agosto davanti a un folto pubblico intervenuto in Piazza Marconi a Trecenta per assistere alla proiezione del suo ultimo film “Ether”.

Ether racconta di un medico militare austroungarico che conduce bizzarri e discutibili esperimenti sui suoi pazienti ma anche su altri soggetti. La sua ossessione è l’etere, una sostanza che stordisce le persone e le pone sotto il dominio di altri. Una pratica tragica e assurda, che nasce da una volontà di onnipotenza e di rifiuto di ogni limite morale. Un film complesso che, a tratti con durezza, apre infiniti interrogativi sul rapporto tra scienza e religione e sul mistero dell’esistenza.

 

Perché un film come Ether?
«Perché nessuno può vivere senza certezze. Ed il mondo in cui viviamo, invece, è il luogo dove ogni punto fermo è stato abbattuto. È un luogo più sviluppato, ma estremamente più minacciato. Dobbiamo tornare a cercare, forse anche guardandoci indietro, recuperando ciò che abbiamo voluto abbattere con tanta convinzione. È il mio punto di vista, di uomo di scienza, in quanto fisico, ma anche di credente».

Qual è il suo rapporto con la fede?
«È un rapporto che vive. La fede per me copre l’altra dimensione cognitiva della scienza. La scienza cerca giustamente la spiegazione più precisa, ma man mano che si avvicina all’orizzonte, si apre ad uno nuovo. E così da sempre. È la dinamica dell’umanità, al punto che possiamo ben affermare  che intuizione religiosa ed intuizione scientifica coincidono».

Tra i suoi film anche una biografia di Papa Giovanni Paolo II, centra con la sua  scelta religiosa?
«Con questo Papa c’è stata una coincidenza storica. In Polonia abbiamo vissuto un nuovo Rinascimento di libertà, soprattutto di lotta al comunismo. Raccontare la sua storia significava raccontare la storia di un popolo e di una nazione intera verso una nuova speranza».

È questo che deve fare il cinema oggi: porre domande, rivivere la storia?
«
Il cinema oggi può questo e molto altro. Può tutto. In proporzioni varie, esso ha anche la possibilità di avvelenamento, come un cibo. Accade quando si mostra la menzogna o abbonda la visione cattiva della realtà. Per altro, guardare non è un processo neutro, ma difficile, che richiede molto allenamento».

Che cosa dirà ai tanti giovani cineasti che nella prossime ore frequenteranno le sue lezioni a Trecenta e che sperano di realizzare la loro vocazione di registi?
«Come prima cosa, dirò loro che devono ben definire la loro vocazione. Dobbiamo essere ben coscienti di ciò che ci tira verso questo mestiere, per altro, molto pericoloso. Non può essere la smania di successo o la notorietà e nemmeno la ricchezza… È un po’ come disinnescare una miccia dal forte potere deflagrante. Guardarsi dentro e scegliere con consapevolezza».

Che cosa pensa di Cinemadamare?
«
Lo frequento da molti anni e mi piace tantissimo. È un evento coraggioso: l’unico al mondo itinerante e l’unico in cui i partecipanti realizzano i loro film spostandosi e non portano invece lavori già confezionati. Mi piace anche perché permette agli stranieri e ai locali di penetrare il Paese in modo profondo. Mentre i mass media sono concentrati sulle metropoli e sulle grandi città, Cinemadamare arriva e racconta quella parte di paese e di umanità più varia e più ricca che fa da sempre dell’Italia una terra  straordinaria».

Com’è stata l’accoglienza in Polesine?
«
Direi calda, generosa e di grande disponibilità. Non ho ancora avuto modo di guardarmi intorno, lo farò nelle prossime ore, ma quello che sto conoscendo a Trecenta mi riempie di interesse e di piacere, dal paesaggio, al cibo, fino alla sua gente».

Ha mai pensato di girare un film proprio in questa terra?
«Non ancora. Ma potrebbe accadere anche domani».

Franco Rina, ideatore, curatore e direttore di Cinemadamare presenta il regista Krzysztof Zanussi