Molluschicoltori polesani in Francia con Coldiretti Impresapesca per scambio di esperienze

La delegazione è andata a vedere i casi di successo delle nursery di molluschi, dove con tecniche all’avanguardia si svolgono la riproduzione controllata e di preingrasso del novellame

Foto di gruppo con gli imprenditori deltizi che hanno partecipato alla trasferta in Francia

ROVIGO – Sono 20 gli imprenditori deltizi dediti all’acquacoltura che da poco sono tornati dallo scambio di esperienze con i cugini francesi in materia di molluschi. La trasferta seguiva una selezione svolta dall’Ente Parco Delta del Po in esecuzione alla misura 2.50 del programma “Po Feamp 2014-2020” al fine di favorire e promuovere uno scambio tra acquacoltori del nostro delta e quelli di altri paesi europei e un’occupazione sostenibile e di qualità intitolata “Tecniche di riproduzione controllata di molluschi”.

Il programma di viaggio, ideato e organizzato da Coldiretti, si è svolto grazie all’Ente Parco e un ringraziamento va anche ai sindaci del territorio.

La tabella di marcia ha previsto diverse visite tecniche tra cui quella delle aziende produttrici di seme di ostriche e vongole Satmar, sita nella località Marais du Caillaud accompagnati da Jean Francois Auvray e Novostrea, in località Bonastere accompagnati da Emmanuel Vernier.

«Si è trattato di una vera esperienza formativa – ha spiegato Alessandro Faccioli, responsabile di Coldiretti ImpresapescaÈ stata l’occasione per visitare importanti impianti francesi, precisamente degli schiuditoi, per verificare il concreto funzionamento di queste tecniche. Tra gli obiettivi quello di promuovere una occupazione sostenibile e di qualità. Grazie alla guida traduttrice, i nostri mitilicoltori hanno avuto la possibilità di parlare della loro attività, portando le loro conoscenze oltralpe e discutendo sulle buone pratiche da mettere in atto nel prossimo futuro».

I direttori di produzione delle società francesi hanno aperto le porte ai nostri produttori svelando conoscenze e segreti del loro lavoro. La visita, durata alcuni giorni, è stata molto impegnativa, ma al contempo un successo per partecipazione e coinvolgimento.

«Ultimamente – ha proseguito Faccioli – il reclutamento naturale di vongole veraci appare, anche a causa dei mutamenti climatici e dell’interramento delle lagune, insufficiente a garantire il fabbisogno di semina dei molluschicoltori; da qui la necessità di rivolgersi al seme di schiuditoio e capire perché all’estero questa pratica funziona e da noi no. Indubbiamente, per replicare l’esperienza francese, servono le conoscenze tecniche, ma per affrontare e contrastare i cambiamenti climatici è necessario procedere con delle opere nelle aree dedite all’acquacoltura per creare migliori condizioni di crescita del prodotto e anche di lavoro».

«Verificheremo la fattibilità di un centro simile a quelli visti in Francia nel nostro territorio – ha concluso Faccioli – a tal proposito nei prossimi giorni sono previsti sopralluoghi con esperti di settore in siti particolarmente vocati».