Nell’Ospedale di Rovigo un team d’eccellenza garantisce un percorso di cura certificato ed efficace per la cura del tumore della prostata

Il Santa Maria della Misericordia si conferma punto di riferimento regionale per i pazienti colpiti da questa neoplasia che in Veneto colpisce 37.000 uomini

Il team al completo dell'Ospedale S. Maria della Misericordia

ROVIGO – Un importante traguardo per l’Ospedale Santa Maria della Misericordia di Rovigo nel trattamento del tumore della prostata: il Percorso Diagnostico-Terapeutico-Assistenziale (PDTA) per questo tumore ha ottenuto la certificazione UNI EN ISO 9001:2015 dall’Ente internazionale Bureau Veritas, nell’ambito di un progetto che è stato reso possibile grazie al sostegno incondizionato di Astellas e al supporto organizzativo di OPT, il provider deputato a preparare i Centri alla certificazione.

Con questo programma di certificazione, l’Ospedale di Rovigo si propone sempre più come punto di riferimento per la gestione e il più efficace trattamento del paziente oncologico e, nel caso specifico, del paziente affetto da neoplasie della prostata.

«La certificazione del PDTA dell’Ospedale Santa Maria della Misericordia di Rovigo è un traguardo importante per la qualità dei nostri servizi ed è anche un traguardo di grande collaborazione tra i vari reparti e per il paziente – dichiara Antonio Fernando Compostella, Direttore Generale dell’Ospedale Santa Maria della Misericordia di Rovigo – Il tumore della prostata rappresenta una patologia molto frequente nella popolazione maschile oltre i 65 anni e il fine che io condivido è di ottimizzare le risorse tecniche e professionali offrendo così la migliore cura possibile ai pazienti che affluiscono nella nostra azienda da tutta la regione Veneto».

«Credo molto nei PDTA, che ritengo l’unica via per lavorare in gruppo, sviluppando quella multidisciplinarietà che è garanzia di cure sicure ed appropriate per ogni singolo paziente – spiega Edgardo Contato, Direttore Sanitario dell’Ospedale Santa Maria della Misericordia di Rovigo – l’attenzione al paziente nasce dalla professionalità di tutte le persone che operano all’interno dell’azienda ospedaliera, ma a questa attenzione va associato il lavoro insieme per raggiungere l’appropriatezza».

Obiettivo del PDTA è assicurare al paziente una presa in carico rapida, efficace ed efficiente, tale da garantirgli un’offerta ampia e innovativa di opportunità diagnostiche, terapeutiche e assistenziali secondo le più recenti Linee guida internazionali.

«Il PDTA per i pazienti affetti da adenocarcinoma prostatico da un lato garantisce omogenei comportamenti di presa in carico e gestione sulla base delle attuali evidenze scientifiche – dichiara Giovanni Mandoliti, Direttore di Radioterapia all’Ospedale Santa Maria della Misericordia di Rovigo – dall’altro, fornisce una uguale ed uniforme accessibilità alle migliori cure sanitarie, nel luogo adeguato e con una tempistica adeguata. Tutto ciò migliora l’outcome del paziente, garantendo l’ottimizzazione delle scelte terapeutiche e dell’utilizzo delle risorse nel setting assistenziale».

Il percorso è imperniato su un team multidisciplinare, che si fa carico del paziente, lo accompagna e rende meno arduo il passaggio da una fase all’altra della malattia.

«L’approccio multidisciplinare ha una notevole rilevanza perché i tumori sono molto diversi tra di loro e oggi, tenuto conto anche delle migliorate conoscenze di biologia molecolare, più che mai necessitano di una valutazione multispecialistica – afferma Dionisio Schiavone, Direttore di Urologia all’Ospedale Santa Maria della Misericordia di Rovigo – ma questo approccio è utile anche per il paziente che sa di essere gestito e di ricevere un trattamento di conseguenza a scelte condivise all’interno del team multiprofessionale, con uno standard di qualità molto alto».  

Il tumore prostatico manca al momento di programmi di screening per la popolazione maschile, questo è uno dei motivi per cui la diagnosi e gli stessi trattamenti a volte presentano qualche difficoltà che possono essere affrontate al meglio proprio con un approccio multidisciplinare e multiprofessionale all’interno del quale la figura dell’oncologo medico è centrale.

«Il ruolo dell’oncologo medico nell’ambito di un Percorso Diagnostico-Terapeutico-Assistenziale certificato è paritario con quello dell’urologo e del radioterapista – sottolinea Carmen Barile, Dirigente Medico Oncologia Medica all’Ospedale Santa Maria della Misericordia di Rovigo – in sostanza, è un gioco di squadra, dove il paziente è al centro e la partita giocata è quella di sconfiggere il tumore. È l’oncologo medico che di solito visita per primo il paziente e lo accompagna lungo il percorso di cura, tutto ciò attraverso scelte condivise con le altre figure specialistiche».

Le patologie oncologiche richiedono una corretta gestione clinico-assistenziale fondata su una piena integrazione multidisciplinare, così da garantire al paziente una presa in carico funzionale alle diverse esigenze che la patologia richiede. Il carcinoma della prostata, che in Veneto è il secondo tumore più diffuso tra i maschi con circa 3.000 nuovi casi l’anno e quasi 37.000 uomini che secondo stime convivono con questa neoplasia, rappresenta il paradigma di tali esigenze; richiede, infatti, il coinvolgimento nel percorso di diagnosi e cura di molteplici figure specialistiche, inclusa quella del radioterapista che in anni recenti ha assunto una rilevanza pari a quella dell’urologo e dell’oncologo medico.

«La radioterapia negli ultimi anni ha assunto un ruolo sempre più preponderante nel trattamento del tumore della prostata, arrivando ad essere per gli stadi precoci e gli stadi iniziali sovrapponibile ed ugualmente efficace alla chirurgia. Si stima che nei prossimi cinque anni ci sarà un aumento di almeno il 20% per le indicazioni di radioterapia in tutti i tumori, compreso quello prostatico. Il ruolo della radioterapia è favorito anche dall’essere un trattamento conservativo, che non è gravato da effetti collaterali come l’incontinenza urinaria e l’impotenza», spiega Giampaolo Montesi, Dirigente Medico Radioterapia all’Ospedale Santa Maria della Misericordia di Rovigo.

Il modello di PDTA certificato riflette una tipologia di governance clinica basata su specifici percorsi formalizzati, su protocolli clinico-organizzativi, condivisi tra le varie Unità Operative coinvolte, e su un adeguato sistema di monitoraggio delle performance.

Il percorso tracciato dall’Ospedale di Rovigo prevede servizi di accoglienza e di diagnostica dall’anatomia patologica all’imaging (Risonanza Magnetica e Medicina Nucleare); servizi per la fase terapeutica con unità di radioterapia e chirurgia, dotati di apparecchiature d’avanguardia che rappresentano il fiore all’occhiello dell’Ospedale; servizi completi di oncologia medica integrata con i servizi di urologia; oltre a un team multi e interdisciplinare che si avvale di avanzatissimi laboratori di analisi e di biologia molecolare. Tutto questo nell’ottica di orientare sempre di più le terapie a seconda delle caratteristiche genetiche del cancro. Evoluzione verso terapie sempre più mirate e di precisione che non può prescindere dai test molecolari ma che deve tener conto anche della sostenibilità del Sistema.

«La partnership tra pubblico e privato nel settore sanitario appartiene alla visione di Astellas, azienda che vuole rispondere alla domanda di salute dei pazienti e dei cittadini e, al tempo stesso, alle esigenze della sanità pubblica di reperire risorse per garantire la sostenibilità del Sistema Sanitario Nazionale e regionale – dichiara Giuseppe Maduri, Amministratore Delegato di Astellas Pharma La collaborazione con l’Ospedale Santa Maria della Misericordia per la certificazione dei PDTA del tumore della prostata rappresenta uno strumento concreto per migliorare la presa in carico del paziente con carcinoma prostatico, standardizzare le procedure e ottimizzare le risorse disponibili».