Quale futuro per le banche nei rapporti con le realtà economiche locali?

Un convegno nella sede di RovigoBanca sul futuro del sistema del credito

Palazzo Casalini: opinioni a confronto parlando di banche, imprese e territorio

ROVIGO – Un argomento, di stringente attualità, che è stato oggetto di un interessante convegno svoltosi il 5 febbraio scorso a Palazzo Casalini.
L’incontro, promosso dal circolo culturale “Fors Fortuna Vesta” di Rovigo, ha inteso porre l’attenzione su come la regolamentazione in corso (e quella allo studio) stia condizionando il futuro delle banche e, nell’immediato, causerà degli effetti nei rapporti tra gli istituti di credito, le imprese ed il territorio di riferimento.

Il tema è stato trattato attraverso analisi e valutazioni condotte da esponenti della cultura e della ricerca universitaria e anche grazie a testimonianze dirette provenienti dal mondo imprenditoriale.

Una questione importante, quindi, resa ancora più attuale dalla situazione economica generale e da quella del credito in particolare. Una scelta coraggiosa soprattutto in un momento in cui gli istituti di credito, tra le polemiche sulla speculazione e quelle sulla poco gradita necessità di interventi “salvabanche”, sono nell’occhio del ciclone.

A portare il loro contributo, Roberto Ruozi, ex rettore dell’Università Bocconi di Milano; Michele Modina, professore di “Economia e gestione delle imprese” all’Università del Molise e componente del Consiglio di Amministrazione di RovigoBanca; Massimo Barbin, direttore di Confindustria Venezia – Territoriale di Rovigo. A coordinare gli interventi, il direttore generale di RovigoBanca, Ruggero Lucin.

Dopo l’introduzione da parte della presidente del circolo, Nadia Rossi, il professor Roberto Ruozi ha spiegato il suo pensiero in merito al futuro delle banche ed alla ripartenza dell’economia. «È noto come le nostre banche siano caratterizzate da bassi livelli di efficienza e costi troppo elevati. Bisogna fare quello che hanno già fatto in altri Paesi: ristrutturare il sistema banca. Che piaccia o no, significa tagli dei costi, del personale, degli sportelli e del management. Solo così le banche potranno tornare ad essere motore di sviluppo».

L’ex rettore della Bocconi ha espresso poi un proprio giudizio anche sulla riforma delle banche di credito cooperativo: «Il limite è che tutto pare concentrato sulla governance, mentre occorre invece intervenire anche su efficienza e patrimonializzazione delle BCC. È bene però precisare che non tutte le banche sono uguali. Ognuna ha un suo rischio ed è bene non generalizzare e valutare da banca a banca».

Michele Modina ha parlato di rating: «Alle banche consiglio di non fondare la decisione solo su questi calcoli. Il rating deve essere un sostegno alla decisione. Alle imprese, invece, consiglio di studiare per capire criticità e punti di forza, da lì parte l’analisi per la richiesta di prestiti».

Infine, l’accorato invito lanciato da Massimo Barbin, a nome di Confindustria. «Le banche diventino partner delle imprese ed assumano anche qualche rischio, come fanno tutti gli imprenditori». Il direttore della sede territoriale di Rovigo ha poi aggiunto: «Purtroppo gli istituti di credito usano il rating sempre più come loro strumento di autotutela. Occorre che riacquistino un rapporto diretto con il territorio e tornino a basare la concessione dei finanziamenti anche sulla conoscenza diretta delle imprese. Le banche operano un po’ troppo con il freno a mano. La differenza fra un istituto di credito e l’altro è data dai tempi di risposta alle domande di credito e dalla loro capacità di analizzare e valutare il business plan».