“Suor Angelica” e “Cavalleria rusticana”: serata di forti emozioni al Teatro Sociale di Rovigo

Grande serata e grandi emozioni con il dittico “Suor Angelica” – “Cavalleria Rusticana”. Le due opere, andata in scena ieri sera al Teatro Sociale nell'ambito della Stagione Lirica, hanno strappato il pieno di applausi da parte del numeroso pubblico presente.

ROVIGO – Un dittico particolare: il massimo capolavoro di Mascagni, affiancato all’opera più raffinata e amata da Puccini.

Due opere che vivono una dentro l’altra creando quasi un’unica storia. Lo spettatore è stato accompagnato   in un viaggio tra passione, fede, pregiudizio e oppressione dal senso di colpa.

Un viaggio, come spiega il regista Gianmaria Aliverta, alla scoperta della società matriarcale del Sud Italia, guidato da una forte personalità femminile in grado di decidere della vita e della morte di uomini e donne. È la donna infatti che decide chi deve vivere e chi deve essere punito, anche con la morte, specie se oltraggia il suo onore.

Suor Angelica e Cavalleria Rusticana diventano quindi un’opera sola che – nello sfondo di una terra intrisa di religiosità cattolica che non di rado sfocia nella superstizione – narra la storia di figli strappati alle madri e poi uccisi (davvero o per finta) e di madri che si piegano al volere di donne più forti. Una storia forte che costringerà a porsi domande anche nei giorni successivi.

Lo spettacolo inizia con la vicenda di Suor Angelica per poi fare un balzo a sette anni prima, con Cavalleria Rusticana, dove capiremo quali sono i peccati che Suor Angelica ha commesso e che è costretta a espiare rinchiudendosi in un convento di clausura, così come comprenderemo i motivi che le costeranno la sottrazione del figlio avuto da una relazione extra coniugale.

I personaggi delle due opere viaggiano sullo stesso filo narrativo, diventando i protagonisti della stessa storia. Come la Zia Principessa che scopriremo essere la stessa mamma Lucia, nonché Suor Angelica che nella mia lettura altri non è che la giovane Lola.

«Stesso parallelismo ho voluto per le scene. In Cavalleria vediamo frontalmente il sagrato della chiesa e il suo interno, in Suor Angelica la stessa chiesa vista da una prospettiva laterale diventa il convento di clausura. Come a chiudere un cerchio, Suor Angelica sarà costretta ad espiare i suoi “peccati” nello stesso luogo in cui li ha commessi, proprio lì dove si è lasciata travolgere dalla passione».

Bravissimi tutti i protagonisti di questa serata che ha davvero entusiasmato!