Un film polesano di amore e poesia

Mercoledì 16 gennaio, alle 21.30 sullo schermo del cinema Apollo di Ferrara sarà proiettato "Sensazioni" di Ferdinando De Laurentis

Locandina del film "Sensazioni" di Ferdinando De Laurentis

FERRARA – Giovedì 16 gennaio alle 21.30, al Cinema Apollo di Ferrara verrà proiettato, come evento, il film “Sensazioni”, per la regia di Ferdinando De Laurentis, tratto dal libro di Sergio Gnudi e ambientato in Polesine con location principale la Casa di Cura di Santa Maria Maddalena. Presenti il regista, l’autore del romanzo e gli interpreti principali.

«Il mio film Sensazioni parte dal concetto che noi esseri umani siamo fatti di sensazioni e la poesia, secondo il protagonista, è il dire ed il condividere le sensazioni di cui tutti noi siamo fatti». Lo afferma il regista Ferdinando De Laurentis. Un film la cui essenza è tratta dall’omonimo libro di Sergio Gnudi ed il Polesine, come precisa ancora il regista, diventa ispiratore delle sensazioni vissute dai protagonisti.

Il film racconta di due anziani coniugi, lui è agli ultimi giorni di vita e lei decide di mostrargli 10 mucchietti di fotografie che, in qualche modo, gli faranno rivivere 10 sensazioni. Al centro vi sono le sensazioni che poi sono il nutrimento stesso della vita. La poesia se non è sensazione che altro è? Le 10 sensazioni dell’opera sono legate ad una storia che ha un “preludio”, ad un “intermezzo” e ad un “epilogo”, come nel libro di Sergio Gnudi da cui è tratta la sceneggiatura del film. Dalle foto al racconto visivo attraverso il meccanismo del ricordo filmico. È una storia d’amore intensa che nasce da una fortissima intesa culturale: nell’ultimo tratto del “viaggio” si vedono luoghi di un delta del Po inaspettato, non noto ma dalle vibrazioni intense. Il racconto è reale, talmente reale che a volte sembra che la fantasia prenda il sopravvento.

«Ho cercato di sfruttare al massimo le inquadrature limitando al minimo i dialoghi nei quali ho cercato di mantenere la poetica e, soprattutto, le parole scritte da Sergio Gnudi nel suo libro. – Dice il regista – La collaborazione con l’autore è stata ottima. Ci siamo capiti al volo. È uno scrittore che misura le parole con la giusta profondità e la qualità della sua scrittura è quanto di meglio possa desiderare un regista o uno sceneggiatore per adattarla al grande schermo».

Un ruolo importante giocano anche i droni di Pierluigi Begossi e Riccardo Fozzato, le musiche di Guido Frezzato e la fotografia di Giulio Pola.

A fianco ai protagonisti Marino Bellini e Bernadette Masarati un folto gruppo di giovani della scuola comunale di Teatro e Cinema di Occhiobello: Nicolò d’Angelo, Paola Mardegan, Giacomo Battaglia, Pablo Ayala, Sebastiano Torelli, Greta Zarano, Francesco De Laurentiis, Sabrina Zoppellaro, Desideria Cucchiara, Giovanni Benini, Elena Fioravanti, Federico Ghiraldello, Asia Munerato, Martina Pippa, Carolina Maiocchi, Ilaria Boncristiano, Francesco Pocaterra, Aurora Pedretti, Francesca Rivola, Lucrezia Di Martino, Elisa Marini insieme a Gabriella Dumas, Emanuela Munerato, Stefano Ghisi, Michele Bregolin, Pina Scotto, Tiziana Orsi, Cosetta Ferrarese.

«La collocazione del film negli Anni Settanta aggiunge il fatto che si tratti di un periodo storico – precisa il protagonista Marino Bellini – in cui fra giovani si parlava spesso di poesia, di arte, di cinema, di argomenti a sfondo sociale e politico che erano parte integrante della vita e stimolo per realizzare dei progetti. Nel film si sente in sottofondo una radio privata che trasmette i programmi classici dell’epoca in cui non solo si faceva ascoltare la musica ma si raccontavano i significati dei testi. La libertà che i giovani inseguono nel film è resa da un gruppo di ragazzi che con un registratore a batterie ascoltano e ballano una musica sull’argine del fiume. Il mio personaggio in gioventù indossa un eskimo e un paio di Rayban di circa mezzo secolo fa».