Adria celebra il Giorno della Memoria in piazzetta San Nicola e all’auditorium Saccenti, gremito di studenti

Adria (RO) – Celebrato venerdì 27 gennaio il Giorno della Memoria in piazzetta San Nicola. Una cerimonia partecipata alla quale hanno presenziato alcune classi delle scuole della città. Dopo la deposizione della corona d’alloro alla lapide che ricorda lo sterminio del popolo ebraico, sono seguiti gli onori da parte dei rappresentanti dei corpi dello stato e delle associazioni combattentistiche e d’arma. Alla presenza di diversi cittadini, il vicesindaco Wilma Moda, affiancata dal presidente del consiglio Francesco Bisco, ha pronunciato il suo discorso che riportiamo di seguito.

«Settantotto anni fa, il 27 gennaio 1945, fu liberato il campo di concentramento di Auschwitz. I soldati che, giunti davanti ai reticolati, abbatterono quel cancello sopra il quale era scritto “il lavoro rende liberi”, si trovarono di fronte a 7000 sopravvissuti ridotti a pelle e ossa e a uno scenario funereo e terribile.

Tra le prime tracce dell’orrore, quei soldati rinvennero 8 tonnellate di capelli umani e centinaia di migliaia di abiti, per poi scoprire le dimensioni tragiche dell’olocausto. Almeno un milione e mezzo di persone erano state uccise o fatte morire di stenti dai nazisti in quel campo che, nel tempo, si era tragicamente ampliato: erano ebrei, zingari, oppositori. Molti altri furono i campi di sterminio dove vennero deportati, in vagoni piombati, milioni di ebrei da tutta l’Europa occupata. I prigionieri al loro arrivo venivano spogliati di tutto, rivestiti con una casacca e marchiati: veniva annullata la loro personalità, erano ridotti a numeri. Il loro destino era segnato: camere a gas e forni crematori. Tutto questo è ciò che oggi ricordiamo. Perché è un dovere mantenere viva la memoria. A testimoniarlo anche la senatrice e nostra cittadina onoraria Liliana Segre, superstite dell’olocausto. Tragedie come quella che si è abbattuta sull’umanità durante la Seconda guerra mondiale non devono succedere mai più. Mai più.

L’oppressione nazifascista  provocò immani sofferenze a persone che non avevano fatto nulla di male, colpevoli solo  di  appartenere a una comunità classificata come “inferiore”: in Italia, anche ad Adria, il regime fascista iniziò negando i diritti degli ebrei con le leggi razziali del 1938, per poi condividere con Hitler la responsabilità della morte di bambini, vecchi, donne, uomini innocenti.

 Il 27 gennaio 1945 l’Europa era devastata da una guerra; oggi l’Europa è ancora colpita da una guerra che sta portando distruzioni, lutti e sofferenze in Ucraina. Ecco perché questa giornata, oggi più che mai, deve farci anche riflettere su quanta preziosa e fragile sia la pace e quanto sia responsabilità di tutti tutelarla e preservarla. La pace ha bisogno di cura, così come la libertà e la tutela dei diritti di tutti gli esseri umani che, come dice la dichiarazione universale dei diritti dell’uomo, nascono liberi ed eguali in dignità e diritti.

Russi e ucraini erano quei soldati dell’armata rossa che, il 27 gennaio 1945, ridiedero la libertà e la vita a quei prigionieri; oggi, 27 gennaio 2023, i russi si scontrano proprio con gli ucraini. Non è assurdo tutto ciò? C’è da chiedersi: perché non si impara dalla storia? Perché non si riesce ad abbracciare una vera cultura della pace? A subire le tragedie delle guerre sono sempre gli ultimi, quelli che non le decidono.

La nostra Costituzione ci impegna, come cittadini, ad affermare i valori della pace e a ripudiare la guerra: cerchiamo di trasmettere questi valori alle giovani generazioni insieme alla consapevolezza dell’importanza di tener viva la memoria come antidoto a ogni forma di violenta discriminazione e di sopruso. Anno dopo anno diminuiscono i testimoni diretti della tragedia dell’olocausto. E per questo colgo l’occasione per ricordare Arduino Nali, il nostro concittadino partigiano e alpino che ha vissuto gli orrori di Mauthausen e spese molte delle sue energie per trasmettere la sua memoria ai più giovani, agli studenti.

 Ad Arduino e a tutti i testimoni che hanno vissuto la tragedia dell’olocausto dobbiamo promettere tutti insieme che non dimenticheremo e passeremo il testimone ai più giovani per non far dimenticare. Questo è il nostro impegno presente e futuro: esercitiamo la memoria e non stanchiamoci mai di essere costruttori di pace»

La mattinata è proseguita all’auditorium Saccenti dove gli studenti hanno argomentato con riflessioni, performance canore e musicali i temi sull’indifferenza e il razzismo e per ricordare chi, come Ilse Weber, ha lasciato un segno nella nostra storia. Un momento importante per argomentare “il dovere della memoria” curato dalla consigliera Oriana Trombin in sinergia con gli insegnanti degli Istituti Comprensivi di Adria 1 e Adria 2, dell’istituto Alberghiero “G. Cipriani” con la dirigente scolastica Lorenza Fogagnolo, gli Istituti d’Istruzione Superiore “Liceo Bocchi-Galilei”, il “C. Colombo”, il“Polo Tecnico” con la dirigente Scolastica Sara Manzin e il Conservatorio Statale di Musica  A. Buzzolla.

A presenziare all’evento condotto da Ruben Bertocco del forum dei giovani, tutte le autorità militari e Bertilla Gregnanin, presidente dell’Irase, ente di ricerca e di formazione dei docenti, riconosciuto dal Miur.