Al Viola-Marchesini si impara l’inglese a teatro con “The Blues Brothers”

ROVIGO – Ci si può divertire a studiare inglese a scuola? Se la scuola si serve del teatro e della musica, certamente si.

La pensano così i 130 studenti dell’ITI “Viola-Marchesini” che hanno partecipato, cantato, applaudito e interagito con gli attori-interpreti della compagnia Erasmus Theatre, allo spettacolo The Blues Brothers… on a mission from God sul palco del Cinema-Teatro Duomo.

Non si è trattato solo di un momento di alto valore artistico, ma di un vero e proprio progetto di potenziamento della conoscenza della lingua inglese, dal momento che nel costo del biglietto dello spettacolo sono previste anche interventi in classe, attività online con i protagonisti-attori di madre lingua inglese, sul tema dello spettacolo.

«Uscire dalle aule – spiegano Stefano Ferro e Paola Lentini, docenti di lingua inglese al Viola-Marchesini – per vivere esperienze culturali e artistiche, il cui contenuto sia trasversale anche a discipline diverse come l’educazione civica, e viverle interamente in lingua inglese, oltre che essere un’esperienza divertente è sicuramente un’occasione importante di crescita culturale e linguistica».

Si sono, infatti, messi in gioco tutti gli studenti del Viola, che dopo essersi lasciati trascinare dallo spettacolo e dal ritmo della famosa “Everybody needs somebody to love”, cantandola a squarciagola, al termine dello spettacolo si sono intrattenuti con gli attori facendo loro domande e interagendo come si fa tra vecchi amici, rigorosamente in lingua inglese.

Lo spettacolo portato in scena al Cinema-Teatro Duomo, The Blues Brothers, è stato una successione di avventure, inseguimenti e situazioni “particolari” che hanno letteralmente scatenano stupore e, molto spesso, risate. All’inizio della storia, Elwood esce dal carcere. Con suo fratello, visita la madre superiora nonché direttrice dell’orfanotrofio in cui sono cresciuti scoprendo che per salvarlo dal pignoramento bisogna racimolare ben 5.000 dollari! La soluzione? Viene suggerita da un’illuminazione: rimettere insieme la vecchia banda di Rhythm & Blues per fare concerti in giro.  A quest’avventura, che gli stessi protagonisti descrivono come “una missione per conto di Dio”, si legano le grandi ferite degli Stati Uniti che non si sono mai del tutto cicatrizzate, e che hanno a che vedere con le disuguaglianze sociali ma soprattutto con il divario che c’è e che c’è sempre stato fra le diverse etnie.

È proprio da questo habitat che nasce la musica blues, country, soul e gospel che abbellisce tutta l’opera.

L’incontro è terminato con i selfie di rito, sul palcoscenico, insieme studenti e interpreti dello spettacolo,  felici di condividere la gioia della musica, ma soprattutto la lingua inglese.