Canapa: si chiude il progetto, ma partner disposti a proseguire

Presentato nel 2019, è stato chiuso con un convegno il progetto finanziato dal Psr. Coldiretti Rovigo è capofila, ma ci sono tanti partner dall’università alle aziende agricole

Carlo Salvan vicepresidente Coldiretti Veneto

Legnaro (PD) – Canapa? Si può coltivare, la legge non lo vieta per il settore agroalimentare e industriale e dopo tre anni di sperimentazione sono stati presentati i risultati durante il convegno “La canapa industriale: sperimentazione agronomica e utilizzazione zootecnica” che si è svolto nella sala Agricoltura della Corte Benedettina di Legnaro (PD). Il progetto è stato finanziato con le misure 16.1 e 16.2 del Psr 2014-2020 ha studiato e valorizzato la coltura della canapa nell’ultimo triennio. Formano il gruppo operativo l’Associazione Polesana Coldiretti Rovigo, la Coldiretti Veneto, Impresa Verde Rovigo, Impresa Verde Treviso e Belluno, il Crea-Ci Rovigo, l’Università di Padova e tre aziende agricole, Christian Rigolin di Fiesso Umbertiano (Ro), Diego Boccato di Ceregnano (Ro) ed Elia Barban di Castelfranco Veneto (Tv).

Il programma. Ha aperto l’incontro il vicepresidente di Coldiretti Veneto e presidente di Coldiretti Rovigo, Carlo Salvan. Tra i relatori del convegno: Morena Umana di Impresa Verde Treviso-Belluno che ha inquadrato il progetto nel perimetro del Psr; Lucia Bailoni, docente di nutrizione e alimentazione animale del dipartimento di Biomedicina comparata e alimentazione all’Università di Padova che ha affrontato il quesito se la canapa sia un valido alimento per gli animali presentando i risultati delle sperimentazioni negli allevamenti; Massimo Montanari, ricercatore del Crea-Ci di Rovigo ha riassunto le attività e i risultati sulle prove di confronto varietale; Alberto Bertin di Coldiretti Veneto ha sciorinato gli aspetti normativi della coltivazione della canapa a uso agro alimentare; Dina Merlo, consulente del progetto “Produrre canapa nella filiera alimentare e agro industriale” è intervenuta con dati sulla produzione agricola della canapa e le sue trasformazioni attuate dalle aziende coinvolte. Le conclusioni sono state affidate a Paola Ghidoni, deputato del Parlamento Europeo, membro della Commissione per l’agricoltura e lo sviluppo rurale. Grazie ai relatori è stato possibile fornire una panoramica completa sulla canapa: dalle varietà migliori per la semina, passando per le norme di riferimento, ma sono stati trattati anche aspetti agronomici, ambientali ed economici, un’occasione per presentare i risultati ottenuti dal gruppo operativo dopo tre anni di lavoro.

Ma perché la canapa? Questa coltura, per i suoi molteplici impieghi e utilizzi, può essere una valida alternativa per il mondo agricolo che si occupa di colture estensive. Tutto ciò con una premessa importante: è necessaria una filiera che sostenga l’intero percorso dalla semina, alla raccolta e alla commercializzazione. Inoltre, la canapa può dare un forte contributo all’ambiente in quanto è notoriamente risaputo che ha grandi capacità di assorbimento dell’anidride carbonica e non ha bisogno di fitosanitari. La canapa si può impiegare nel settore alimentare, sia per la specie umana, ma anche quella animale come ha dimostrato la sperimentazione di questo progetto.

«Per tanti motivi abbiamo bisogno di colture nuove – ha spiegato Salvanin questo caso si tratta di una coltura ritrovata in quanto, nel secolo scorso, il Polesine era tra i maggiori produttori e l’Italia secondo produttore al mondo. Se si pensa a quanta Co2 ‘mangia’ la canapa e che presto dovremo fare i conti con i carbon credit, beh, allora tutto quello che abbiamo presentato oggi ha grande valenza positiva. Sebbene questo convegno chiuda un progetto, dobbiamo aprire una nuova strada dopo questi tre anni di sperimentazione e creare una struttura che dia una reale prospettiva. Non ci sono tante colture con queste caratteristiche; ora che è dimostrata la sua valenza ambientale e agroalimentare e che migliora le performance anche nella zootecnia, non lasciamo cadere l’attenzione. Auspico la nascita di un nuovo percorso, sostenuto dalla politica, dalle istituzioni e confido nell’interesse del Legislatore, affinché regoli al meglio anche questo settore».

Nella conclusione, l’onorevole Ghidoni ha sottolineato la capacità di questo progetto di fare un uso contemporaneo di questa coltura che era stata abbandonata nel tempo.