Il Conservatorio “Venezze” di Rovigo ha celebrato il Centenario della Società Italiana di Musica Contemporanea

ROVIGO – Giovedì 23 e venerdì 24 marzo il Conservatorio Statale di Musica Francesco Venezze di Rovigo ha dedicato due intense giornate di studio e di esecuzioni musicali al centenario della costituzione della Società Italiana di Musica Contemporanea.

Grazie all’ampio interesse e disponibilità da parte di docenti e studenti è stato possibile impaginare un ricco calendario comprendente dieci relazioni con relativi programmi musicali e un concerto introdotto quest’ultimo dal coordinatore nazionale delle celebrazioni, il musicologo Renzo Cresti il quale, durante la sua presenza a Rovigo, ha rimarcato più volte la felice formula di questa “due giorni” che ha attraversato un secolo di storia della musica italiana partendo dai fondatori della SIMC, Gian Francesco Malipiero e Alfredo Casella, per giungere al nostro “presente”.

Di Malipiero e della sua ricerca nel passato e nel suo tempo, ha tracciato un chiaro ed esauriente quadro il compositore Franco Piva, già direttore sia del Liceo Venezze che del successivo Conservatorio, mentre Francesco Toso ne ha delineato alcuni aspetti particolari della musica vocale, sostenuta spesso da antichi testi poetici ed offrendo due esempi musicali dalle Sette Canzoni insieme al pianista Paolo Zambelli.

L’attività compositiva, didattica e concertistica di Casella è stata tracciata nelle relazioni di Giuseppe Fagnocchi e delle studentesse dell’ensemble Kammermusik Beatrice Bruscagin, Caterina Colelli e Marina Miani; sono poi seguite le esecuzioni di una “trascrizione-elaborazione” di una sonata di Vivaldi, della maestosa Sonata a tre op. 62 del 1938 nella quale “venti di guerra” e rievocazioni di stilemi popolari si fondono tra loro e delle raffinate trascrizioni a cura di David Vicentini di quattro Pezzi infantili op. 35. Hanno dato vita a queste composizioni il violinista Domenico Nicola Percetti, i violoncellisti Caterina Colelli e Luca Talassi, le pianiste Beatrice Bruscagin e Marina Miani, con Matteo Brusaferro al clarinetto e Camilla Masin al flauto.

La relazione del docente di Bibliografia e biblioteconomia musicale Raffaele Deluca è stata incentrata su didattica e produzione musicale nel campo di internamento di Ferramonti di Tarsia durante la seconda guerra mondiale e sulle successive “fortune” dei musicisti ebrei sopravissuti, quali Leon Levitch, Isko Thaler e Kurt Sonnenfeld (questi ultimi rimasti in Italia), eseguiti da Daniela Nuzzoli e Domenico Nicola Percetti al violino, Beatrice Bruscagin, Giuseppe Fagnocchi, Marina Miani al pianoforte e il baritono Ma Taizhe.

Cesare Frisina, docente di violino, ha invece posto l’accento sugli sviluppi nel secondo dopoguerra della musica concreta ed elettronica culminata nell’ascolto di Cadenza esplosa di Luigi Ceccarelli (presente in collegamento zoom) e nell’esecuzione di Warfield per violino e live electronics dello stesso Frisina.

Lo sviluppo dei fiati è stato esemplificato dai nuovi suoni per la famiglia dei clarinetti, tema trattato e tradotto in musica dal docente di clarinetto Stefano Bertozzi insieme alla pianista Paola Chiarion e agli studenti Enrico Moretti, Matteo Brusaferro e Nicola Albertin, tutti a loro perfetto agio negli impegnativi brani di Gilberto Bosco, Daniele Salvatore, Luciano Berio e Ada Gentile.

Le recenti sperimentazioni didattiche e da concerto per chitarra sono state oggetto della relazione e delle solide esecuzioni di Luciano Chillemi attraverso i Quattro nuovi studi di Umberto Bombardelli, mentre il pianista Roberto Prosseda ha ricordato la figura di Ennio Morricone – già Presidente onorario della SIMC – in una dimensione ignota a molti, ossia in un affascinante excursus sulla sua opera pianistica che trae origine dagli echi cinquecenteschi e seicenteschi e dalla lezione di Goffredo Petrassi, di fronte ad un pubblico formato anche da giovani studenti di scuola media superiore. Insieme a Prosseda il giovane pianista del Venezze Pietro Vaccari e, nel concerto delle ore 18, la presentazione di una recentissima composizione di un altro studente del Conservatorio, Alessio Santolini.

Andreina Costantini, già docente di Composizione a Rovigo e moderatrice degli incontri, ha illustrato il suo virtuosistico e ironico lavoro Tratti. Trio per violino, violoncello e pianoforte, eseguito da Domenico Nicola Percetti, Luca Talassi e Giuseppe Fagnocchi, mentre la relazione di chiusura di Marina De Liso, nel pomeriggio di venerdì 24, è stata imperniata sulla figura di Cathy Berberian, interprete e compositrice, culminando in un breve recital di grande impegno virtuosistico ma ancor più di raro impatto emotivo della stessa De Liso con la collaborazione pianistica della studentessa He Qing in brani di Monteverdi, Weill, Berio (trascritto da David Vicentini) e della stessa Berberian, una felice scelta poliedrica rispecchiante le scelte con cui la stessa Berberian sapeva coinvolgere pubblici eterogenei.

Il concerto delle ore 18 di giovedì 23 all’Auditorium Marco Tamburini ha offerto al pubblico, che ha garantito una sempre importante presenza in prevalenza di studenti del Conservatorio, anche nel corso delle relazioni, uno spaccato di quanto presentato sopra, oltre a Tartiniana Seconda di Luigi Dallapiccola impreziosita da Federico Guglielmo al violino.

Giova infine concludere, con quanto più volte affermato da Renzo Cresti e da Giuseppe Fagnocchi nel corso delle riflessioni a latere dei vari interventi, sottolineando come la preziosità e internazionalità del linguaggio musicale, al di là dei diversi contesti e delle varie tecniche, racchiuda in sé le risorse della comunione umana e della pace: e di ciò ne diede testimonianza lo stesso fondatore Alfredo Casella quando, malato e in uno dei punti più bui della storia mondiale – nel 1944 – compose una Missa Solemnis pro Pace.