Inaugurata a Ferrara la mostra “De Nittis e la rivoluzione dello sguardo”

Palazzo Diamanti ospiterà 160 quadri dell’artista pugliese fino al prossimo 13 aprile. Sarà l’ultima rassegna in programma prima del cantiere che terrà chiuso l’edificio per lavori di riqualificazione.

Ferrara, Palazzo dei Diamanti

FERRARA – Palazzo Diamanti di Ferrara apre le porte a una mostra magnifica: “De Nittis e la rivoluzione dello sguardo”, che si potrà ammirare sino al prossimo 13 aprile. L’esposizione è stata ufficialmente inaugurata sabato 30 novembre alla presenza del sindaco di Ferrara Alan Fabbri, di Marcello Lanotte, vicesindaco di Barletta, città natale dell’artista, dalla cui pinacoteca provengono gran parte delle opere esposte, e Maria Luisa Pacelli, curatrice della mostra. Presente anche Vittorio Sgarbi per uno sguardo alla Mostra.

Prende vita così un percorso avvincente scandito da centosessanta opere, provenienti da importanti collezioni pubbliche e private d’Italia e d’Europa, per mettere in evidenza il contributo di De Nittis alla comune creazione del linguaggio visivo della modernità.

“De Nittis e la rivoluzione dello sguardo” è una mostra originale, e non l’ennesima riproposizione di una retrospettiva sul grande artista di Barletta che intende, infatti, rileggere la parabola creativa del pittore da una prospettiva che evidenzia l’originalità della sua arte e il suo modo, per certi versi inedito, di guardare la realtà e tradurla con immediatezza sulla tela per mezzo di inquadrature audaci, tagli improvvisi, prospettive sorprendenti affiancate a una sapiente resa della luce e delle atmosfere. Che si tratti di paesaggi assolati del sud Italia, di ritratti o delle affollate piazze di Londra e Parigi, De Nittis ha lasciato una serie di istantanee che rappresentano il mondo nel suo apparire fugace e transitorio, partecipando attivamente a quel nuovo sguardo che apre la strada alla modernità.

Pur senza dimenticare le esigenze del mercato e facendosi interprete del gusto delle esposizioni universali, attraverso un linguaggio teso alla sperimentazione e una sensibilità ottica affine a quella degli amici Manet, Degas e soprattutto Caillebotte, De Nittis ha abbracciato quella rivoluzione dello sguardo che segna l’avvento della modernità in arte, a cui nella Parigi di fine Ottocento contribuisce il confronto tra la pittura e i codici della fotografia e dell’arte giapponese che De Nittis studiò e collezionò.

A confermarlo, in mostra, è l’affiancamento dei suoi dipinti a fotografie d’epoca firmate dai più importanti autori del tempo: da Edward Steichen a Gustave Le Gray, da Alvin Coburn a Alfred Stieglitz, oltre ad alcune delle prime immagini in movimento dei fratelli Lumière.

Una chiusura della mostra con una bellezza totalizzante: l’ultima stanza espone gli ultimi quadri che De Nittis ha realizzato. Qui troviamo la celebre “La colazione in giardino”, opera che ritrae la moglie Leontine, seduta alla tavola apparecchiata per la colazione all’aperto, d’estate nel  giardino della casa di campagna della famiglia: una bella giovane donna  curata, dalla folta chioma castana raccolta in uno chignon, avvolta in un elegante abito in pizzo bianco che le fascia il corpo chiudendosi sotto la gola, una madre affettuosa e intenta a osservare il suo bambino, Jacques, incuriosito dai movimenti di un’anatra attirata dalle briciole che, egli le allunga. Forse il quadro più famoso di questi ultimi anni, lo espone nel 1883, un quadro da molti critici paragonato alla colazione in giardino di Monet o ad altri dipinti dei suoi colleghi impressionisti.

La mostra nasce dal rapporto di interscambio culturale instaurato tra il Museo Giovanni Boldini di Ferrara e la Pinacoteca De Nittis di Barletta. Grazie all’accordo tra i due musei, Barletta ospiterà nella sede di Palazzo della Marra (7 dicembre-3 maggio) un nucleo di dipinti e di opere grafiche di Giovanni Boldini, celebre ritrattista, collega di De Nittis a Parigi.

La rassegna sarà accompagnata da un catalogo illustrato che approfondirà alcuni temi ancora poco indagati come il rapporto tra l’artista e la fotografia coeva, la centralità della sua figura nelle trasformazioni che interessarono il sistema dell’arte parigino alla fine del secolo, la sua personale declinazione della pittura di paesaggio urbano e il ruolo decisivo della moglie Léontine nella carriera del pittore.

Organizzatori: Fondazione Ferrara Arte e Gallerie d’Arte Moderna e Contemporanea in collaborazione con Comune di Barletta. A cura di Maria Luisa Pacelli, Barbara Guidi e Hélène Pinet.

Aperto tutti i giorni, dalle 9.00 alle 19.00
Aperto anche 8, 25 e 26 dicembre, 1 e 6 gennaio, Pasqua e Lunedì dell’Angelo