La pallavolo come sesto senso che unisce nella diversità

Successo a Villanova del Ghebbo per la domenica dedicata alla pallavolo “silenziosa”

Foto di gruppo delle atlete delle squadre Vilcos Volley e Gss Ancona

Villanova del Ghebbo (RO) – Un grande successo di pubblico per l’amichevole tenutasi la scorsa domenica a Villanova del Ghebbo tra le padrone di casa del Vilcos Volley e la società Gss Ancona che partecipa al campionato nazionale femminile sordi.

L’amichevole è stata la chiusura perfetta della giornata interamente dedicata alla pallavolo “silenziosa”, iniziata il mattino con l’allenamento del Gss Ancona in preparazione proprio al campionato italiano femminile sordi, aperto agli allenatori della provincia di Rovigo: l’allenatore Andrea Coccolo, tecnico federale di B femminile che in passato ha allenato la società di Martignacco giocando anche contro le polesane Beng e Fruvit, si è reso infatti disponibile a fine allenamento per un momento di question time sull’argomento.

La cronaca ha visto la società Vilcos Volley vincere 4 a 0, la gara è stata diretta dagli arbitri federali di Fipav Rovigo Diego Gardina ed Elisa Cappellozza.

Da sottolineare la grande partecipazione di pubblico, con la tribuna della palestra comunale di Villanova del Ghebbo piena di tifosi polesani ma anche del Gss Ancona. Da evidenziare, inoltre, che l’atleta del Gss Ancona Alice Tomat ha studiato a Ferrara e ha giocato con il Gs Volpe per anni, quindi a fine gara una rappresentanza della società è passata a salutarla.

La partita ha dato dimostrazione delle regole a cui le squadre che partecipano al campionato nazionale sordi devono sottostare: tutte le atlete hanno l’handicap della sordità dalla nascita, la maggior parte perchè nate in sette mesi, come Sara Bombonato doppiamente tesserata in Vilcos e in Ancona, sono cresciute con l’apparecchio acustico e molte di loro sono brave a leggere le labbra e a comunicare con le mani. Quando giocano in campionato FSSI sono obbligate a farlo senza apparecchio e in campo si chiamano fra loro sbracciando prima del gesto tecnico: in ricezione e free ball per chiamare la competenza e in attacco per chiamare l’alzata. Anche l’allenatore richiama l’attenzione dell’atleta in campo sbracciando, ed è sembrata la parte più difficile perché per quanta confusione ci sia in palestra, il resto della comunicazione è a gesti e non necessita ripetizioni o fraintendimenti e a volte in qualche palla contesa tra giocatrici che non si vedono si sono spinte.

Esiste un “linguaggio” anche per il settore arbitrale, ma in questo caso è stato consigliato semplicemente di sbracciare nel caso di richiami e poi utilizzare la solita segnaletica. Il fischio d’inizio è risultato facile in quanto l’arbitro veniva semplicemente guardato, il fischio della chiusura dell’azione non ha mai dato problemi di comunicazione: le ragazze, con le infrazioni di toccate, doppie o invasioni, hanno sempre capito e fermato la palla al momento giusto: una vera dimostrazione che il sesto senso è stata la pallavolo.

«Le società di pallavolo che partecipano al campionato italiano FSSI sono in tutto 4 – spiega la presidente di Fipav Rovigo Natascia Vianello –  e i loro organici sono composti da atlete tesserate Fipav: si potrebbe pensare, quindi, che senso ha allora questo campionato se le stesse atlete possono già giocare a livello federale? Probabilmente per un normodotato può non aver senso, però pensando alle battaglie che tutti i giorni queste ragazze devono affrontare per “allinearsi” ai normodotati, è per loro un orgoglio poter giocare il loro sport del cuore senza adattamenti nella più totale normalità del non sentire».