Presentato a Palazzo Casalini “Magnificat”, il romanzo di Sonia Aggio

L’autrice polesana, ospite della rassegna “Quello che le donne scrivono”, ha parlato del suo romanzo d’esordio: una storia intrisa di acqua piovana, misticismo e superstizioni, che trasuda fango e impetuosità

Nella foto, da sinistra: Laura Drago, Giorgia Businaro, Chiara Paparella, Sonia Aggio e Flavia Micol Andreasi

ROVIGO – Nella suggestiva cornice del Salone d’Onore di Palazzo Casalini, nel pomeriggio di venerdì 24 novembre, è stato presentato il libro Magnificat dell’autrice polesana Sonia Aggio, pubblicato da Fazi Editore. L’appuntamento, patrocinato dalla Provincia e dal Comune di Rovigo, nonché dalle rispettive Commissioni Pari Opportunità, è stato promosso dall’associazione culturale “Crams” e da Banca del Veneto Centrale.

Chiara Paparella

Visibilmente soddisfatta Chiara Paparella, ideatrice della manifestazione: sia per l’ottimo riscontro di pubblico e sia per i contenuti emersi nel corso dei precedenti appuntamenti della rassegna, giunta al suo giro di boa.

«Nei primi tre incontri di “Quello che le donne scrivono” – ha detto Paparella – abbiamo avuto modo di conoscere, nell’ordine: un romanzo, poi un giallo e quindi un’antologia di racconti, scritti da autrici polesane che hanno posto al centro della loro narrazione delle protagoniste o temi di estrema attualità come il rispetto e la dignità delle donne e la parità di genere. Questo quarto evento inaugura una nuova terna di libri, che parte ancora una volta con un romanzo. Si tratta di Magnificat di Sonia Aggio, uno dei più belli e originali esordi editoriali, capace di suscitare vasto interesse anche a livello nazionale».

Dopo il saluto di Laura Drago, consigliera di amministrazione dell’istituto di credito cooperativo, che ha ricordato l’impegno della banca per la parità di genere, anche l’assessore Giorgia Businaro, originaria come la scrittrice del piccolo comune di Frassinelle Polesine, nel suo intervento istituzionale si è soffermata sulla particolare valenza di Magnificat. «Questo ciclo di incontri – ha commentato l’assessore Businaro – ci permette di richiamare l’attenzione sulle pari opportunità, che non sono questioni legate unicamente al genere, ma riguardano anche le tante difficoltà da superare, per chi nasce in un paese decentrato come nel caso di Sonia, per coltivare e far emergere i propri talenti».

L’intervento dell’assessore Giorgia Bisinaro

L’incontro è stato condotto in modo fluido e piacevole da Flavia Micol Andreasi, la quale ha interloquito con l’autrice in modo approfondito, ponendole numerose domande interessanti. La giornalista, con garbo e competenza, anche attraverso la lettura di alcuni brevi brani, è riuscita a condurre i presenti nel cuore del libro, stando ben accorta a evitare di rivelare in anticipo le parti più salienti del racconto.

Come ha spiegato la stessa Aggio, che ha impiegato quattro anni a completare il suo libro, «In Magnificat le date sono molto importanti e scandiscono i capitoli. Il romanzo è diviso in due parti: la prima parte racconta la vicenda dal punto di vista di Nilde; la seconda parte ripercorre la storia ma dal punto di vista di Norma, per questo il punto di riferimento delle date e l’annotazione dei mesi è fondamentale». Tra la prima e la seconda parte, un punto nevralgico del romanzo è il capitolo dal titolo La notte dell’alluvione. Sonia Aggio, infatti, per il suo esordio, ha scelto di raccontare la spaventosa e storica alluvione del Polesine avvenuta nel novembre del 1951, che provocò più di 100 morti e tolse la casa a oltre 180mila persone.

Tuttavia, a dispetto dell’immagine di copertina – versione a colori di una fotografia scattata durante l’alluvione delle campagne del Polesine – che induce immaginare si tratti di un romanzo storico, Magnificat sin dall’incipit dimostra di essere tutt’altro. La cornice storica, ben ricostruita dall’autrice, ospita un racconto che richiama, grazie a diversi elementi, i grandi romanzi gotici del passato. Le atmosfere predominanti sono notturne, con le acque profonde, calme ma minacciose del fiume Po. Inoltre, in tutto il dipanarsi del racconto traspaiono incombenti i prodromi di quella che sarebbe diventata la terribile tragedia che avrebbe sconvolto la vita delle protagoniste e dell’intera comunità polesana.

È in questo contesto che si svolge la storia. Nilde e Norma sono cugine, ma è come se fossero sorelle. Sono coetanee e, crescendo, il loro legame è diventato sempre più forte, fino a trovare rifugio l’una nell’altra dopo la morte dei rispettivi genitori avvenuta durante i bombardamenti del 1944. Un pomeriggio Norma rientra a casa visibilmente sconvolta: ha le ginocchia sbucciate, delle ferite sui gomiti. A Nilde racconta di essere caduta mentre percorreva l’argine del fiume Po in bicicletta per rientrare a casa. Ma Nilde sin da subito sospetta che non si tratti della verità. I comportamenti di Norma, da quel momento, si fanno sempre più bizzarri: a ogni temporale raggiunge il fiume correndo sotto la pioggia, fa in modo che Nilde perda le sue tracce per giorni; ha uno sguardo sconvolto e nega l’aiuto di chiunque. Un giorno, mentre la pioggia non dà segno di volersi placare, il Po è in piena e minaccia di rompere gli argini, Nilde scopre il segreto che ha allontanato Norma da lei.

Da questo fulcro, da questo vortice d’acqua impetuoso che cerca di risucchiare tutto, Aggio è riuscita a costruire una storia intrisa di acqua piovana, di misticismo, superstizioni e inquietudini. Il terzo protagonista assoluto del romanzo è il Po e con esso tutto il paesaggio dell’immensa campagna polesana. Uno scenario smosso, strozzato, annegato. Il paesaggio è una bocca e il fiume è la voce. Il paesaggio è una luce e il grande fiume è la sagoma che proietta l’ombra, creando mostri.

Così, come la scrittura coinvolgente di Aggio ha trovato un nuovo modo per far tornare a galla un momento storico-culturale ben preciso, allo stesso modo le puntuali risposte alle domande poste dalla sua intervistatrice sono riuscite a offrire al pubblico una fotografia del sentimento e dell’humus di una civiltà contadina ormai scomparsa.

Al termine dell’incontro si è alzato un applauso convinto. A seguire, le fotografie di rito e firmacopie con l’autrice.

Nel prossimo appuntamento di venerdì 1° dicembre, Palazzo Casalini ospiterà alle ore 17.30 l’incontro con l’autrice Patrizia Ferrante che presenterà il suo nuovo romanzo giallo “Il collegio dei segreti” (Aletti Editore). L’evento sarà moderato dalla giornalista Natascia Celeghin.