Rovigo ha celebrato Xanto Avelli ceramista rinascimentale

Lions Club Rovigo Host valorizza il maiolicaro del ‘500 rodigino

ROVIGO – I grandi del nostro passato sono sempre da sentire vicini e da riscoprire. Il Rinascimento rodigino si mostra in tutta la sua ricchezza e vivacità attraverso Francesco Xanto Avelli, ceramista eccellente, che è stato celebrato il 3 maggio all’Urban Digital Center grazie a un evento organizzato e promosso da Lions Club Rovigo Host, con il patrocinio di Comune di Rovigo, Fondazione Banca del Monte di Rovigo, Fondazione Rovigo Cultura, Accademia dei Concordi, Galleria Nazionale delle Marche, Museo Internazionale delle Ceramiche in Faenza, Minimiteatri.

L’evento, offerto alla cittadinanza e realizzato in contemporanea dall’istituto italiano di cultura di New York, ha aperto ufficialmente le manifestazioni del Maggio Rodigino.

La lettura drammatizzata “Ero e Leandro di Museo Grammatico”, a cura di Letizia Piva e Paolo Rossi, attori di Minimiteatri, ha creato il tema e l’atmosfera adeguati per comprendere il mito a cui si è ispirato Avelli per dipingere l’unico piatto presente a Rovigo. Si tratta di un poemetto del V sec. a. C., che narra il tragico amore tra il giovane Leandro della città di Abido e la fanciulla Ero, confinata in una torre ubicata sulla riva opposta ad Abido.

Flavia Micol Andreasi, docente, giornalista e storica dell’arte, con “In punta di Pennello e di penna: Xanto Avelli da Rovigo maiolicaro e scrittore”, ha spiegato le doti eclettiche di Avelli, il cui stile inconfondibile si lega a una vasta cultura letteraria, tale da fargli produrre alcuni sonetti, evidentemente realizzati sulla moda a lui coeva del petrarchismo. I suoi testi tracciano una sorta di diario umano e intellettuale, offrendo un modo per conoscerne meglio la vicenda biografica.

La storica dell’arte e saggista Valentina Lapierre ha presentato “La produzione ceramica a Ferrara al tempo di Xanto Avelli”, spiegando la passione della corte estense per i ceramisti, che venivano scelti tra i più celebri e stipendiati generosamente. Sono state le guerre a sospendere la produzione di ceramica per realizzare armi: questo il probabile motivo dello spostamento di Avelli da Ferrara.

Anna Cerboni Baiardi, docente all’università di Urbino, ha parlato di “Xanto maiolicaro alla corte di Urbino”. “Si può attestare la sua presenza in città – ha detto – dal 1530, in un’epoca improntata a un forte raffaellismo e in generale di fervore artistico. Avelli utilizza come modelli disegnatori e incisori importanti, tra cui Agostino Veneziano e Marcantonio Raimondi”.

In apertura, Fabio Finotti, presidente dell’Istituto Italiano di Cultura di New York, ha definito Avelli come il primo designer di fama mondiale, un artista eclettico che sapeva coniugare pittura, poesia, artigianato per creare oggetti di uso quotidiano. Ha poi trasmesso un video che ha unito le bellezze del Polesine a immagini di alcuni lavori di Avelli.

Ruggero Zambon, presidente Lions Club Rovigo Host, ospite dell’Istituto di Cultura a New York, ha tracciato una panoramica sulla disseminazione delle opere d’arte di Avelli in Italia e nel mondo, sottolineando che ogni ente pubblico o privato che ne abbia uno o più esemplari ne ricava prestigio.

Parole di orgoglio sono state espresse anche da Enrico Ferrarese, presidente della Provincia, per cui “eventi come questo ci rendono ancora più orgogliosi di essere polesani e il lavoro su Avelli merita di essere rilanciato al più presto”; da Elisabetta Lorenzetti, nuova presidente della Fondazione per lo Sviluppo del Polesine, entusiasta del programma del Maggio Rodigino; da Pierluigi Bagatin, presidente dell’Accademia dei Concordi, che ha ricordato che “oggi ci sono circa 400 piatti di Avelli in collezioni pubbliche e private. Quello che è stato recentemente acquistato per Rovigo è stato pagato circa 100.000 euro”.

Isabella Sgarbi, vicepresidente Lions, ha sottolineato il valore dell’incontro, “una poesia di parole e di immagini”, reso possibile grazie all’incontro di personalità e studiosi di spicco.

Hanno portato un saluto e un’attestazione di stima anche Giorgio Lazzarini, presidente della Fondazione Banca del Monte di Rovigo, che nel 2007 ha pubblicato il catalogo di una mostra su Avelli realizzata a Londra e ha contribuito all’acquisto del piatto conservato al Museo dei Grandi Fiumi. Elena Busson, vicepresidente della Fondazione Rovigo Cultura, ha fatto pervenire un messaggio di riconoscenza per un evento di così alto valore culturale per la città di Rovigo.

Si può rivedere l’evento su https://www.youtube.com/@italculturny.