RovigoBanca sposa Centroveneto Bassano Banca per dare vita alla Banca del Veneto Centrale

I soci della Banca di via Casalini dicono di sì all'unione. Nasce in Veneto un nuovo polo bancario

ROVIGO – Con l’approvazione del 99,21% dei soci votanti, la scommessa è diventata realtà: è nata la Banca del Veneto Centrale. Dalla fusione di RovigoBanca con Centroveneto Bassano Banca è germogliata la seconda Bcc del Veneto e la quarta in Italia del Gruppo Cassa Centrale Banca. Una nuova banca che nasce con l’ambizione di diventare un soggetto bancario in grado di competere con i più importanti players del mercato finanziario, senza perdere il contatto col territorio.

La Bcc rodigina e la vicentina Centroveneto Bassano Banca si sono presentate, rispettivamente sabato 19 e domenica 20 settembre, davanti ai loro soci per ottenere il via libera alla fusione. L’emergenza coronavirus non è riuscita a fermare l’iter per le nozze, ma ha fatto scegliere ai due istituti di Credito Cooperativo la modalità di votazione tramite la figura del Rappresentante Designato. Una formula già praticata a giugno per l’approvazione del bilancio e ora riproposta per un passaggio fondamentale nella storia delle due banche.

Il Cda di RovigoBanca, presieduto da Lorenzo Liviero ha nuovamente affidato al notaio Pietro Castellani la rappresentanza degli oltre 5mila soci che hanno avuto tempo fino a mercoledì scorso per trasmettere la delega e le istruzioni di voto. Il benestare delle due assemblee dei soci garantisce ai vertici la possibilità di procedere alla stipula dell’atto di fusione per la creazione della nuova banca.

«Per prima cosaha affermato Livierovoglio ringraziare tutti i soci e anche i nostri dipendenti. Una partecipazione al voto così numerosa e un consenso quasi plebiscitario all’operazione aggregativa, da una parte trasmette una grande soddisfazione, dall’altra aumenta le nostre responsabilità di amministratori perché questa grande fiducia va ripagata».

«Ci sarebbe piaciuto – ha proseguito Liviero – che l’assemblea straordinaria per deliberare la fusione fosse stata un momento di festa per brindare al compimento di questo importante progetto che parte da lontano, nel solco di una progettualità strategica di largo respiro e sotto il coordinamento della Capogruppo Cassa Centrale. Purtroppo, il persistere dell’emergenza epidemiologica e le disposizioni di legge in materia di prevenzione e tutela della salute non lo hanno consentito».

«È bene precisare – conclude Liviero – che le nostre due Banche sono in salute e che la nostra è una scelta strategica che guarda al futuro, siamo due banche complementari che vogliono diventare più forti e più solide per dare migliori servizi a costi più competitivi.  Abbiamo dato vita a una nuova e importante realtà cooperativa che servirà sempre meglio famiglie, imprese e realtà associative. Una importante realtà bancaria sviluppata in un vasto territorio veneto e che lambisce anche l’Emilia Romagna, portatrice di quella mutualità partecipata che è nostro elemento caratterizzante da oltre un secolo».

A spiegare le dimensioni del nuovo polo bancario cooperativo è Andrea Dissette, direttore generale di RovigoBanca. «L’operazione è frutto di un progetto industriale che ha individuato nelle due Bcc le potenzialità per realizzare una nuova realtà bancaria con profili tecnico patrimoniali di riferimento in un’area economica strategica per la nostra regione. La nuova banca è dotata di maggiori risorse e si trova nelle condizioni di operare al meglio per incrementare i flussi di finanziamento verso le famiglie e le imprese. L’allargamento del territorio determina molteplici vantaggi, tra cui la diversificazione della copertura settoriale delle attività e il consolidamento del posizionamento competitivo».

La Banca del Veneto Centrale si caratterizza per dimensioni e volumi con quasi 3 miliardi di attivi e 5,8 miliardi di masse intermediate, con 92mila clienti, una base sociale di circa 14mila soci, 408 dipendenti e 52 filiali, senza alcuna sovrapposizione. «La nuova bancaevidenzia Andrea Dissettesomma 1,5 miliardi di impieghi, una raccolta complessiva di 2,8 miliardi e fondi propri per 186 milioni. Avrà una copertura media delle sofferenze al 71% e del 65% del deteriorato. Il Roe sarà al 5,8% con un Cet1 del 17,2% e texas ratios al 37,6%. I crediti deteriorati netti su impieghi saranno al 2,89%».

«Ma i benefici della fusione arriveranno soprattutto nei prossimi anni – commenta Dissette – Non sappiamo fino a che punto il Covid potrà influire sulla nostra economia. Tuttavia, è possibile immaginare che l’impatto di insolvenze e costi ci sarà. Essere attrezzati in modo adeguato ci farà sicuramente stare più tranquilli».

Il futuro cda della Banca del Veneto Centrale sarà formato da 12 componenti, di cui 3 di nomina di RovigoBanca compreso il vicepresidente vicario Lorenzo Liviero, gli altri due nominativi sono Edo Boldrin e Paolo Zennaro. Il presidente sarà Gaetano Marangoni, attuale presidente della Bcc vicentina. Anche il Collegio Sindacale avrà due componenti di provenienza polesana: Diego Ranzani (sindaco effettivo) e Nicola Argentini (supplente). A completare la governance del nuovo istituto di credito: il direttore generale Mariano Bonatto attuale Direttore Generale di Centro Veneto Bassano.

La Banca del Veneto Centrale partirà operativamente il 1° novembre prossimo, avrà una Sede distaccata a Rovigo in Via Casalini e sarà presidiata da un Polo Territoriale dotato di specifiche autonomie a confermare la continuità e la presenza nel territorio.