Van Gogh. I colori della vita al Centro San Gaetano di Padova

PADOVA – Van Gogh. I colori della vita, dal 10 ottobre 2020 all’11 aprile 2021, al San Gaetano di Padova, una intensa mostra monografica di capolavori di cui Marco Goldin è il curatore.

L’esposizione riunisce ben 78 opere dell’olandese, affiancate da una selezione di una ulteriore quindicina di capolavori di artisti, a partire ovviamente da Millet, passando tra gli altri per Gauguin, Seurat, Signac, Hiroshige e i giapponesi, a lui precisamente collegati; il risultato di prestiti di assoluta eccezione da decine di musei e in particolar modo dal Van Gogh Museum di Amsterdam e dal Kröller-Müller Museum di Otterlo, vale a dire i templi del culto di Van Gogh.

La mostra rappresenta il traguardo dei 25 anni di attività di Linea d’ombra e del suo fondatore Goldin, che ne ha scritto la guida narrativa “Vita di Van Gogh attraverso le lettere” edito da La nave di Teseo.

“… consacro tutte le mie energie alla pittura e scavo il problema dei colori: finora me ne ero astenuto, e non lo rimpiango… In questo momento ho l’impressione di trovarmi in alto mare: devo consacrare alla pittura tutte le forze di cui posso disporre” scrive Van Gogh al fratello Théo nell’agosto 1882 al quale era molto legato. Vincent (1853-1890) figlio di un pastore protestante, matura la sua vocazione per la pittura a Nuenen, tra i minatori scuri e poveri; segue i corsi delle Accademie di Bruxelles e di Anversa, ma la sua arte rimane legata al desiderio di esprimere le emozioni in modo diretto, svincolato dalle tradizioni prospettiche e tecniche. Nel 1888 si stabilisce ad Arles, dove lo raggiunge Gauguin: uno straordinario sodalizio, dal quale nascono capolavori, tuttavia destinato a durare solo pochi mesi.

Le opere che campeggiano alle pareti del San Gaetano abbracciano i periodi più salienti della vita artistica di Van Gogh, da quello olandese fino al tempo francese vissuto tra Parigi, la Provenza e Auvers-sur-Oise.

Il percorso espositivo si apre con tre grandi e splendide tele di Francis Bacon, a indicare come la figura dello stesso Van Gogh abbia agito anche sui grandissimi del XX secolo.

Si possono ammirare dipinti famosissimi come l’Autoritratto con il cappello di feltro dove l’autore utilizza in modo originale la tecnica divisionista; con tocchi brevi sottolinea l’intensità dell’espressione, intorno al viso le pennellate si muovono a raggiera come se si sprigionassero da una sorgente luminosa. Poi, Il seminatore, i vari campi di grano, Il postino Roulin, Il signor Ginoux, L’Arlesiana, i vari paesaggi attorno al manicomio di Saint-Rémy ed altri. Covone sotto il cielo nuvoloso (1890), ancora una volta dipinge l’azzurro del cielo e il giallo del grano vicini, l’ultima tela di Vincent van Gogh, capolavoro con cui termina il percorso di una mostra espressione della relazione tra arte e vita, in una sinfonia di colori.

«Van Gogh non era un pazzo. Si è avvicinato al sole, prima cercandolo, poi fuggendone via. Vi è rimasto impigliato, con un filo che mai più si è districato stringendolo nella mano. Fino a quella spiga di grano rimasta nella tasca della sua giacca, sotto il cielo di Auvers, prima di sera. Accanto a un covone. Sotto le stelle del firmamento. Ha lasciato che i suoi passi entrassero nel mondo…» egli ha caricato di significati esistenziali ogni singola pennellata che oggi, possiamo ammirare ed esserne affascinati.

Per la visita è consigliata la prenotazione: call center 0422.429999 – www.lineadombra.it