“Dimmi che non vuoi morire”: un’indagine tra ombre e dolcezze

Nell’ultimo romanzo di Stefania Crepaldi, la tanatoesteta Fortunata affronta misteri, usura e sentimenti irrisolti.

La scrittrice polesana Stefania Crepaldi

C’è una nebbia spessa, quasi tattile, che avvolge la laguna di Chioggia nella notte di Halloween. È un sipario naturale, il più adatto per segnare l’inizio di una storia in cui mistero, ironia e fragilità umana convivono in un equilibrio calibrato con intelligenza. È qui che Stefania Crepaldi apre Dimmi che non vuoi morire, il suo nuovo cozy crime edito da Adriano Salani Editore, e terzo capitolo della serie dedicata a Fortunata Tiozzo detta Pizzegamorti, una delle protagoniste più insolite e riuscite della narrativa di genere italiana.

Fortunata fa la tanatoesteta nell’impresa funebre di famiglia. Truccare i morti, però, non è il suo destino: è solo la vita che, con ostinazione, le si è attaccata addosso. Lei sogna altro, un laboratorio profumato di dolci, una cucina dove impastare felicità invece che nascondere il dolore. Ma la realtà, si sa, ha una mira perfetta. E per Fortunata questa mira si traduce in un nuovo guaio, anzi due: un incendio sospetto che uccide una giovane donna e il ritorno in azione dell’agente Vito Sabelli, l’uomo che più volte le ha spezzato il cuore.

Crepaldi costruisce un intreccio che scorre con naturalezza, mescolando con sorprendente armonia atmosfere cupe da noir e punte brillanti di commedia. È uno dei tratti distintivi del cozy crime, ma l’autrice lo fa proprio con una voce personale, fresca, riconoscibile. Nei quartieri popolari di Chioggia, tra calli, ristrettezze economiche e segreti taciuti da generazioni, la scrittrice ambienta una storia che parla di morte ma, inevitabilmente, anche di vita.

La grande forza del romanzo risiede proprio in lei: Fortunata. Una donna comune e straordinaria al tempo stesso, piena di contraddizioni, di ferite, di desideri che non sempre hanno il coraggio di uscire. Non è un’investigatrice tradizionale, non è un’eroina infallibile. È una giovane donna che sopravvive, che prova a rimettersi in piedi ogni giorno, che affronta l’oscurità con quella testarda ironia che si usa quando tutto il resto è troppo fragile per essere toccato.

Attraverso il suo sguardo, Crepaldi racconta molto più di un’indagine: racconta l’intimo confronto tra ciò che siamo costretti a fare e ciò che vorremmo essere, tra la morte che incontriamo e la vita che ci ostiniamo a reclamare.

La vicenda non è solo coinvolgente sul piano narrativo: tocca argomenti dalla forte risonanza contemporanea, come l’usura nelle sue forme più moderne e il deep web, ricettacolo di ogni nefandezza. L’autrice non indugia mai nel sensazionalismo; preferisce suggerire, evocare, far percepire al lettore il peso di ciò che si nasconde sotto la superficie. A stemperare la tensione, la consueta ironia che caratterizza l’universo di Fortunata e che rende anche i momenti più cupi facilmente avvicinabili.

La scrittura di Stefania Crepaldi ha un ritmo piacevole e scorrevole, solida nella costruzione della trama e delicata nella resa delle emozioni. Si avverte l’esperienza dell’autrice come editor: nulla è lasciato al caso, ogni dettaglio ha un peso narrativo, ogni personaggio porta con sé un mondo.

Allo stesso tempo, c’è una leggerezza che rende la lettura irresistibile. Le ricette che si intrecciano alla storia, gli umori dei personaggi, i piccoli siparietti quotidiani conferiscono al romanzo un sapore unico, personale, riconoscibile.

È evidente come la Crepaldi stia contribuendo a dare forma a una declinazione tutta italiana del cozy crime, meno “inglese” e più legata alle atmosfere del nostro Paese, ai sentimenti, ai contrasti, alla concretezza delle vite periferiche. Lo dimostra il fatto che i diritti della serie sono già stati venduti per una trasposizione televisiva: segno che Fortunata non parla solo alle lettrici e ai lettori, ma possiede un potenziale narrativo e visivo molto forte.

Dimmi che non vuoi morire è un romanzo che intrattiene, sorprende e commuove in più punti. Una lettura che unisce mistero, ironia e riflessione, senza mai perdere di vista l’umanità dei personaggi.
Fortunata è una protagonista che resta dentro, e con lei il mondo in cui vive: una Chioggia viva, tagliente, vera.

Un libro consigliato non solo agli amanti del giallo “leggero”, ma anche a chi cerca una storia capace di parlare al cuore prima ancora che alla curiosità.

Nota autore – Stefania Crepaldi, nata a Loreo nel 1988 e residente a Rosolina (RO), è laureata in Archeologia all’Università di Pisa con il massimo dei voti. Moglie e madre di tre figli, da oltre dieci anni lavora come editor freelance. Dirige l’agenzia letteraria “Editor Romanzi” e la scuola online di scrittura “LabScrittore”. Autrice di diversi volumi dedicati alla narratologia, ha vinto il concorso IoScrittore e pubblicato per Salani la serie noir con protagonista Fortunata, la tanatoesteta, i cui diritti sono stati opzionati per una serie televisiva.

 

Pubblicazioni.

  • Lezioni di narrativa. Regole e tecniche per scrivere un romanzo, 2021 – Audino
  • Di morte e d’amore. La prima indagine di Fortunata, tanatoesteta, 2022 – IoScrittore
  • Come iniziare a scrivere il tuo romanzo rosa: guida pratica per principianti, 2023 – Valdi Editore
  • Il romanzo che vorrei: 50 esercizi per allenare la creatività e iniziare a scrivere la tua storia, 2023 – Valdi Editore
  • Morire ti fa bella, 2023 – Salani
  • Dimmi che non vuoi morire, 2025 – Salani

 

Scheda
Autore: Stefania Crepaldi
Genere: Narrativa contemporanea
Editore: ‎ Salani
Formato: Brossura
Pubblicato: 1 aprile 2025