ROVIGO – Una serata intensa e di grande spessore umano quella che si è svolta venerdì scorso a Palazzo Casalini per la presentazione di “Anna – Il volto oscuro di OnlyFans”, romanzo d’esordio di Moira Manzoli. Il secondo appuntamento della rassegna “Quello che le donne scrivono”, promossa dal CRAMS con il sostegno di Bvr Banca Veneto Centrale e il patrocinio di Comune, Provincia e Consigliera di Parità di Rovigo, ha conquistato il pubblico con un confronto sincero e partecipato.
A dialogare con l’autrice la giornalista e blogger Sara Zanferrari, che ha condotto l’incontro con la consueta intelligenza e sensibilità, guidando il pubblico in una conversazione densa e coinvolgente. Le sue domande, puntuali e profonde, hanno permesso di esplorare i diversi livelli di lettura del romanzo, mentre le risposte di Manzoli, sempre misurate e sincere, hanno saputo restituire il senso autentico e doloroso di una storia che nasce dalla realtà.
Pubblicato in self-publishing nell’ottobre 2024, il libro è ispirato a una vicenda vera, raccontata all’autrice da una giovane donna, qui chiamata Anna, che l’ha vissuta in prima persona. Una studentessa di medicina, ragazza comune e determinata, che per curiosità e bisogno si lascia attrarre dal mondo patinato dei facili guadagni online. Da un video su TikTok all’iscrizione su OnlyFans, il passo è breve: ciò che inizia come un gioco si trasforma in un abisso di dipendenza, alienazione e dolore.
«Non si capisce come mai un libro di tale attualità e valore umano non abbia trovato una casa editrice disposta a pubblicarlo. È una storia necessaria, che andava raccontata e ascoltata» – ha sottolineato Zanferrari nel corso della presentazione.
Il pubblico, numeroso e attento, ha seguito con partecipazione il dialogo, lasciandosi coinvolgere dal racconto e dalle riflessioni scaturite. Senza mai svelare troppo della trama, le due protagoniste hanno saputo offrire molteplici chiavi di lettura: il richiamo pericoloso del guadagno facile e della visibilità digitale; la fragilità emotiva di chi, in cerca di riconoscimento, finisce per essere manipolato; il valore dell’amicizia autentica, che invita a fermarsi, a riflettere e a non cedere alle lusinghe del virtuale.
Nelle parole di Moira Manzoli è emersa la consapevolezza di una generazione esposta a nuovi rischi invisibili, dove i confini tra libertà e sfruttamento si fanno labili. «Raccontare questa storia – ha spiegato l’autrice – significa dare voce a chi non ha più la forza di parlare, ma anche ricordare che da ogni caduta è possibile rinascere».
«La narrativa contemporanea ha il compito di raccontare ciò che accade oggi, di dare voce a chi non ne ha, soprattutto quando le storie nascono ai margini del sistema editoriale – ha osservato Sara Zanferrari –. Libri come quello di Moira Manzoli ci ricordano che la letteratura non deve solo intrattenere, ma anche disturbare, interrogare, spingerci a guardare in faccia la realtà e a riflettere su chi siamo davvero come società».
Nata a Rovigo nel 1980, Manzoli vive ad Arquà Polesine. Dopo una lunga esperienza come ghostwriter, ha scelto di firmare con il proprio nome un romanzo che intreccia attualità, introspezione e denuncia sociale. Lavora inoltre nel settore cinematografico come Personal Life Manager, ruolo che le ha permesso di sviluppare una profonda sensibilità verso le dinamiche umane e relazionali.
Sara Zanferrari, giornalista e blogger del sito letterario ThrillerNord, vanta una lunga esperienza nel giornalismo culturale e nella promozione della narrativa contemporanea, soprattutto al femminile. La sua presenza alla rassegna rodigina conferma la vocazione dell’iniziativa a essere luogo di confronto e di valorizzazione delle voci autentiche del territorio.
«Serate come questa – ha dichiarato Chiara Paparella, presidente del CRAMS e ideatrice del progetto – dimostrano quanto la letteratura possa essere uno strumento potente di consapevolezza e cambiamento. Raccontare storie come quella di Anna significa accendere una luce su realtà che troppo spesso restano sommerse, ma che meritano di essere ascoltate e comprese. Ogni incontro di “Quello che le donne scrivono” nasce proprio con questo intento: dare spazio a voci autentiche, capaci di raccontare il mondo con occhi diversi, offrendo al pubblico non solo un momento di cultura, ma un’occasione di riflessione, empatia e crescita condivisa. La forza delle parole, quando nasce da esperienze vere e profonde, può davvero trasformarsi in un ponte tra chi scrive e chi legge, aprendo nuove prospettive e generando cambiamento».
La serata, scorrevole e intensa, si è conclusa con il consueto firmacopie, accompagnato da un applauso lungo e sincero per entrambe le protagoniste.
Il ciclo di incontri prosegue venerdì 14 novembre, sempre alle ore 18.00 a Palazzo Casalini, con l’autrice Lella Toscano e il suo romanzo Hostal Levante (Apogeo Editore). Moderatrice la giornalista Rosanna Beccari.








































