Agricoltura 2.0: il settore primario in veste “industriale”

Il Lions Club approfondisce le opportunità del territorio

ROVIGO – Portare competenze dal settore secondario nell’agricoltura perché il primario diventi trainante in un territorio a vocazione prevalentemente agricola. Questa la scommessa lanciata in occasione della conviviale del Lions Club dello scorso 6 marzo.

Ospite della serata è stato Renzo Moro, già vicedirettore di Confindustria Rovigo (2008-2010) e poi direttore di Confindustria Rovigo (2010-2015), tra i 4 soci fondatori dell’azienda agricola Orto Veneto.

«Per un’azienda efficace – le sue parole – è necessario che avvenga un accostamento sinergico di diverse competenze, per coprire le differenti esigenze del settore. Non è opportuno che un imprenditore collabori con chi la pensa come lui, perché è solo dal confronto di idee che può nascere sviluppo. I traguardi più importanti dell’agricoltura di oggi sono il biologico al 100%, regimentato con continui controlli dei terreni e dei prodotti; un controllo capillare sulle coltivazioni e sulle esigenze dei prodotti, in modo da gestire la produzione e arrivare a “primizie” in grado di fare concorrenza ai mercati europei; uso di energie pulite e rispetto dell’ambiente circostante per una positiva convivenza con i suoi abitanti; marchi registrati con un’adeguata immagine promozionale; assunzione di personale a tempo indeterminato e determinato alle migliori condizioni possibili, con foresterie attrezzate per la permanenza in azienda».

L’esempio di Renzo Moro è rappresentato dall’azienda Orto Veneto, riferimento operativo per la quarta rete di impresa del Veneto per l’agricoltura, inserita come modello virtuoso e beneficiario di sostegno dal Piano di Sviluppo Rurale della Regione Veneto. Si tratta di un’azienda che produce asparagi verdi, coltivati in terreni scoperti e serre per un’estensione di oltre 30 ettari nella bassa padovana, dove la realtà produttiva è perfettamente integrata nel territorio. Tutta la filiera è carbon free e ferma le emissioni in inquinanti sotto il 20% del limite consentito; vengono ospitati spesso scolaresche ma anche incontri con testimonianze per capire il lavoro e le sue prerogative. In forte crescita il collegamento con una rete di vendita mitteleuropea, perché chi si occupa di settore biologico preferisce acquistare a poche centinaia di chilometri che oltreoceano, con un forte risparmio in agenti inquinanti derivati dai mezzi di trasporto e dalla lunga conservazione dei prodotti. «Bisogna scartare – le parole di Moro – la logica del “si è sempre fatto così”, perché impedisce crescita e innovazione».

«Droni, app, sensori e coltivazioni intelligentiil commento di Ruggero Zambon, presidente Lions di Rovigo sono innovazioni tecnologiche ed informatiche che hanno introdotto l’era dell’agricoltura 2.0 cambiando radicalmente il settore rurale. L’economia ha riscoperto la campagna come risorsa, e le imprese investono nel comparto agro-alimentare, la tradizione e innovazione si fondono. Oggi agricoltura 2.0 vuol dire altresì eco-sostenibilità, sfruttando le energie rinnovabili come l’eolico o il fotovoltaico per alimentare gli impianti di lavorazione. Tutto questo in risposta all’incremento demografico e ai bruschi cambiamenti climatici».