Confartigianato non condivide le misure introdotte dal DPCM di domenica notte

Marco Campion, presidente di Confartigianato Polesine: «Occorre intervenire con misure che puniscano i comportamenti scorretti di singoli cittadini e di operatori anziché stoppare in modo casuale, generalizzato e incomprensibile solo alcune attività»

Il presidente di Confartigianato Polesine, Marco Campion

ROVIGO – «Le misure introdotte dal DPCM di domenica notte che limitano l’attività di alcune tipologie di impresa tra cui le pasticcerie, gelaterie, i ristoranti e pizzerie e le attività di fitness che in Provincia di Rovigo contano poco più di 260 imprese artigiane attive (che danno lavoro ad oltre 1.000 persone), sembrano votate alla punizione più che alla prevenzione e al controllo». A dichiararlo Marco Campion Presidente di Confartigianato Polesine.

«Riteniamo – afferma Campion – sia più utile e efficace intervenire con misure che puniscano i comportamenti scorretti di singoli cittadini e di operatori anziché stoppare in modo casuale, generalizzato e incomprensibile solo alcune attività. Non possiamo passivamente accettare le chiusure laddove c’è stata un’applicazione scrupolosa delle misure imposte dai protocolli di sicurezza e dove è stato verificato che il rischio Covid è sotto controllo».

«Le derive di queste chiusureprosegue il Presidente di Confartigianatoche minacciano lo spirito di intraprendere vitale per il nostro territorio, rischiando di portare a rassegnazione diffusa, sono troppo pericolose. Riteniamo che i danni che arrecano non possano essere risarciti solo con misure compensative di ristoro economico. Non dimentichiamo poi tutte le imprese operanti in quei settori che continuano ad essere bloccati per i limiti della circolazione turistica, pensiamo ai taxi, Ncc e Bus-Operator, per il diffuso ricorso allo smartworking e per la limitazione alle celebrazioni di eventi con tutto il loro variegato indotto. Si tratta di oltre 1.215 aziende artigiane solo in nel nostro Territorio ed i loro quasi 3.200 addetti. Il loro sacrificio dura da mesi».

«infine – conclude Campion – è del tutto inaccettabile in questa situazione che il Trentino possa intervenire derogando sulla base delle evidenze sanitarie locali. Se questo principio vale non è pensabile circoscriverlo ad un ambito territoriale, deve trovare applicazione in tutto il territorio nazionale poiché in gioco c’è un la salute pubblica. In caso contrario il governo deve impedire fughe in avanti».