ROVIGO – Anche la terza serata della rassegna “Quello che le donne scrivono”, dedicata alle voci polesane della nuova narrativa al femminile, ha colto pienamente il segno. Nel Salone d’Onore di Palazzo Casalini, gremito di pubblico nonostante la nebbia fitta, si è tenuta venerdì scorso la presentazione di “Hostal Levante”, romanzo di esordio della scrittrice rodigina Lella Toscano, pubblicato da Apogeo Editore di Adria.
La serata, introdotta da Chiara Paparella, presidente del CRAMS e ideatrice della rassegna, è stata aperta dal saluto istituzionale di Laura Drago, in rappresentanza del Consiglio di Amministrazione di Bvr Banca Veneto Centrale, che ha ricordato l’impegno dell’Istituto nel sostenere progettualità dedicate alla parità di genere e alla crescita della consapevolezza economica femminile: un obiettivo, ha sottolineato, «ancora frenato da scarsa fiducia in sé stesse, poca educazione finanziaria e dalla tendenza a delegare la gestione del denaro».

La conversazione tra Lella Toscano e la giornalista Rosanna Beccari – moderatrice della serata, abituata a leggere in profondità i testi e le persone – ha catturato il pubblico con naturalezza. Attraverso domande garbate e mai scontate, accompagnate dalla lettura di brevi passaggi del romanzo, Beccari ha saputo far emergere le molteplici chiavi interpretative dell’opera, conducendo la platea nel cuore emotivo della narrazione.
Lella Toscano, rodigina, nel 2020 ha frequentato a Lìbrati, la Libreria delle donne di Padova, il corso di scrittura creativa Virginia Woolf. In questo suo primo romanzo, Toscano rivela una scrittura già matura, sensibile e fortemente evocativa. «Nel delineare i miei personaggi – ha spiegato l’autrice – ho cercato di mostrarne le scelte non come espressione di un puro libero arbitrio, ma come il risultato di quel complesso intreccio di natura, storia personale, contesto familiare e ambiente culturale che inevitabilmente ci modella. È da lì che nascono i loro percorsi, le loro fragilità e il loro modo di stare al mondo».

Già la copertina del libro suggerisce l’ambientazione: la Spagna, l’Andalusia luminosa e ventosa, sospesa tra due mari e rivolta verso l’Africa. È nella sua amata Tarifa che Leda, protagonista del romanzo, ogni estate ritorna. Una donna di cinquantaquattro anni, affascinante e libera, che rifugge legami duraturi e che ha fatto dell’eros un modo per resistere al tempo, proteggersi dalla paura del vuoto e ritrovare una forma personale di identità.
Durante una delle sue estati andaluse, Leda incontra Lucia, artista di strada: due mondi diversi che si sfiorano e si riconoscono. Tra loro nasce un legame inatteso e potente, che smuove, scompone e ricompone la vita della protagonista, costringendola a fare i conti con ciò che manca, con ciò che ritorna, con ciò che non si può afferrare del tutto.
Pagina dopo pagina, il romanzo trascina il lettore in una dimensione intrisa di saudade, quella nostalgia dolceamara che appartiene alle anime irrequiete. È lo stesso sentimento che Toscano lascia intuire nel libro attraverso l’esergo tratto da Saffo — «Dolce amara, indomabile, oscura belva» — definizione dell’Eros come tensione inesauribile fra desiderio e mancanza, fra ciò che si vuole e ciò che non si possiede.
«Leda è forte e fragile insieme – ha spiegato Toscano –. È una donna che vive senza maschere l’eterno conflitto tra desiderio e inquietudine. Credo che molte donne, indipendentemente dall’età, possano riconoscere una parte di sé in questo equilibrio instabile».

Rosanna Beccari ha messo in risalto proprio questo gioco di specchi: «In Leda c’è una verità profonda: siamo tutte, in modi diversi, in cammino tra ciò che desideriamo e ciò che temiamo. È un romanzo che abbraccia il lettore con delicatezza e lo lascia pieno di domande, ma mai solo».
A chiudere l’incontro, il commento di Chiara Paparella, che ha raccolto il caloroso applauso del pubblico: «Serate come questa dimostrano quanto la narrativa femminile polesana sia viva, coraggiosa, capace di raccontare ciò che spesso resta in ombra. “Quello che le donne scrivono” nasce proprio per dare spazio a queste voci che chiedono di essere ascoltate e riconosciute».
L’evento si è concluso con il firmacopie e un dialogo spontaneo tra pubblico e autrice, segno del forte coinvolgimento suscitato dalla serata.
La rassegna “Quello che le donne scrivono”, giunta alla sua terza edizione, è organizzata dall’associazione culturale CRAMS con il sostegno di Bvr Banca Veneto Centrale e il patrocinio del Comune di Rovigo, Provincia di Rovigo e della Consigliera di Parità della Provincia di Rovigo.
Il ciclo di incontri prosegue venerdì 21 novembre alle ore 18.00, sempre a Palazzo Casalini, con la scrittrice Stefania Crepaldi, che presenterà il suo nuovo romanzo “Dimmi che non vuoi morire” (Salani), in dialogo con la giornalista Nicoletta Canazza.
L’ingresso è libero fino a esaurimento dei posti.










































