Intervista a Chiara Zago, nuovo responsabile tecnico del Nuovo MiniBasket Rovigo

Nuovi arrivi in casa Cipriani Nuovo Basket Rovigo, medesimo e rinnovato entusiasmo di sempre

Chiara Zago, nuovo responsabile tecnico del Nuovo MiniBasket Rovigo

ROVIGO – Il Cipriani Nuovo Basket Rovigo è una giovane società che sta crescendo enormemente. A far parlare del club rossoblù non sono soli i risultati della prima squadra, che rappresenta la massima categoria maschile del Polesine, ma anche l’enorme crescita del Nuovo MiniBasket Rovigo, nato nella scorsa stagione e che quest’anno ha fatto un ulteriore salto di qualità con l’arrivo di un pezzo da novanta del minibasket veneto e non solo. Chiara Zago, in possesso di un’impressionante sfilza di qualifiche e specializzazioni in ambito cestistico e sportivo in generale, ha accettato la proposta di tornare a Rovigo, sponda NBR, nel ruolo di Responsabile Tecnico, per far crescere le Panterine e uno staff che si è rinforzato anche con l’arrivo di Benedetta Tridello.

Chiara, perché la scelta di tornare a Rovigo? «I motivi sono diversi. Innanzi tutto io vivo a Rovigo ormai da oltre 12 anni e posso dire che è diventata la mia casa. Era impensabile stare molto tempo lontano dal Polesine. Poi, ovviamente, per il progetto del Nuovo Basket Rovigo, che è una società che ha le idee piuttosto chiare. Continuerò comunque anche il progetto della Pallacanestro Arzignano, altra realtà straordinaria. Dunque, nella prossima stagione, mi dividerò fra le province di Rovigo e Vicenza».

Cosa conoscevi del Nuovo Basket Rovigo? «Sapevo tutto. Sia per gli straordinari risultati della prima squadra, sia perché nell’NBR ci sono moltissime persone che mi sono vicine e che stimo enormemente».

Dopo queste prime settimane di lavoro, che impressione ti ha fatto l’NBR? «È una bella società con una gran voglia di crescere, facendo i passi giusti. Si sente la volontà, da parte di tutti, di far stare a proprio agio ogni singolo tesserato e simpatizzante. In NBR sono davvero tutti uguali: i bimbi del minibasket sono trattati come i giocatori della prima squadra. Ognuno ha il proprio spazio e le giuste opportunità per crescere e migliorare nel rispetto di tutti. È un ambiente in cui ci si sente davvero bene».

Qual è la ricetta per riportare il basket polesano ad alti livelli? «Non ho questa ricetta. Penso che partendo dai più piccoli, si debba trasmettere la gioia dello stare in palestra, la passione per lo sport e la palla a spicchi. Con queste basi sarà più facile insegnare il basket nel settore giovanile e, dunque, arrivare a parlare di agonismo. Inoltre, penso sia scontato che in una provincia così piccola siano fondamentali le collaborazioni fra società: non per far apparire il nome del proprio club, ma per il bene primario degli atleti. A volte ci dimentichiamo che dietro al nome di una società, c’è il sogno di un bambino. I bimbi sono i veri protagonisti del nostro futuro! Forse, la progettualità con persone qualificate e appassionate, e che abbiano il solo e autentico obiettivo di far giocare divertendo, è il vero ingrediente magico. Se poi sarà serie A o seconda divisione non ha importanza: noi il successo lo abbiamo comunque raggiunto crescendo persone».

Qual è la principale differenza fra la provincia di Rovigo e le altre in cui hai allenato? «Sono due. La prima riguarda le strutture. La seconda riguarda i giovani atleti e, a volte, queste sono connesse. Nelle altre province, ogni Comune ha palestre di tutto rispetto: campi omologati, canestri con le due altezze, pavimento in parquet o in materiale idoneo per la pratica sportiva… Ogni scuola, da quella dell’infanzia alle superiori, ha la possibilità di usufruire degli impianti sportivi. E qui arriva il collegamento con l’altra differenza. In molte province in cui ho insegnato, i bimbi, anche i più piccolini, erano motoriamente più esperti (che non vuol dire più bravi) poiché arrivano da un progetto motorio nelle scuole fin dall’infanzia. In molti asili della provincia di Vicenza, ad esempio, la scuola stessa assume un laureato in Scienze Motorie per permettere la pratica della motoria almeno due volte alla settimana. Per i bimbi di oggi, questo è davvero tantissimo».


Quali sono i progetti futuri del Nuovo Minibasket Rovigo? «Ne abbiamo davvero moltissimi, ma dipende molto dal covid. Per ora ci stiamo concentrando principalmente sullo staff. Gli istruttori dello scorso anno hanno fatto un lavoro straordinario riuscendo ad appassionare moltissimi mini atleti. L’obiettivo è di dare una continuità di lavoro dal basso verso l’alto, senza saltare tappe e senza pretendere i risultati dai piccoli atleti, che non dovranno di sicuro avere l’ossessione del risultato! Abbiamo già in mente un paio di gemellaggi con società da fuori provincia e regione, che ci permetteranno di conoscere nuovi amici e di scoprire nuove zone d’Italia. Stiamo continuando con il “Draft Nbr”, il centro estivo itinerante che fa tappa a Rovigo, Sarzano e Santa Rita e che sta avendo ottimi riscontri. Lo staff dell’NBR è anche stato invitato a diverse animazioni per far conoscere la pallacanestro. Continuano anche i progetti assieme a Basket San Martino, C.F.S. Pontecchio e Minibasket Villadose. Attendiamo quindi di riprendere la nuova stagione per la quale la dirigenza ha deciso di proporre l’attività del Nuovo MiniBasket Rovigo a soli 70 euro per l’intera stagione. E questi, sono solamente alcuni dei primi passi…».