Un’estate di formazione all’estero per i docenti del Viola-Marchesini

ROVIGO – Un’estate internazionale per i docenti del Viola-Marchesini che hanno partecipato al “bOOST 4.0: innovative methods of smart teaching”. Si è trattato di un progetto Erasmus per il personale della scuola della durata di 17 giorni con destinazione Malta e Irlanda. Ventidue gli insegnanti e i tecnici che tra luglio e agosto sono partiti. Per tutti gli obiettivi erano: potenziare le competenze linguistiche, rinnovare quelle metodologiche e didattiche e condividere buone pratiche di lavoro in un’ottica di internazionalizzazione.  

A distanza di qualche settimana dal loro rientro a Rovigo, in prossimità dell’inizio del nuovo anno scolastico, il bilancio dell’esperienza è più che positivo. Per i partecipanti si è trattata di un’occasione straordinaria di crescita professionale e umana. Un modo per rimettersi in gioco e continuare il difficile esercizio di imparare; non solo la lingua inglese; ma una modalità di insegnamento diversa; un modo nuovo di condivisione e di adattamento. Il progetto, infatti, prevedeva ben 14 giorni di lezione, organizzati in moduli di 4/5 ore in cui, a seconda del livello di competenza di lingua inglese, si approfondiva o la lingua stessa o il metodo di insegnamento in modalità Clil.  Durante le ore di lezione o nelle attività proposte dalle rispettive scuole di lingua non sono mancate occasioni di confronto con docenti, ma anche professionisti provenienti da diversi paesi dell’Unione Europea e indimenticabili momenti di conoscenza del territorio.

Sliema sull’isola di Malta e Galway in Irlanda sono state le città ospitanti. Due realtà diverse, ma simili nello spirito di accoglienza, nella ricchezza delle opportunità formative e nella vivacità, tali da rendere unico il soggiorno. Lo conferma la professoressa Sara Romagnolo, docente di Inglese al Viola Marchesini, ma anche referente e responsabile del progetto “bOOST 4.0” a cui ha lavorato da prima della pandemia e a cui non ha smesso di credere nonostante le pesanti restrizioni sanitarie e la molta diffidenza.   

«In tempi difficili come quelli che abbiamo vissuto – ha detto la Romagnolo – l’esperienza di mobilità è stata un vero toccasana sotto tutti i punti di vista, formativi e professionali in primis, ma anche culturali ed umani. Un’occasione di arricchimento, che indubbiamente ha richiesto impegno e spirito di adattamento, e che di certo avrà ricadute positive nei rispettivi contesti lavorativi».

Sara Romagnolo