Blockchain e illegalità: se ne è parlato all’Urban Digital Center di Rovigo

ROVIGO – “Blockchain: come la tecnologia può stanare illegalità”. Questo il titolo del seminario tenutosi venerdì 25 marzo, presso l’Urban Digital Center – Innovation Lab. L’appuntamento fa parte di un ciclo di incontri avviato un anno fa e che si sviluppa tra gli spazi di via Badaloni e le palestre digitali di Rovigo, Adria e Villadose nell’ambito del percorso di animazione territoriale sugli obiettivi (SDGS) dell’Agenda Onu 2030 in collaborazione con il team di ricerca del Planning Climate Change dell’Università Iuav di Venezia.

Dopo l’introduzione di Denis Maragno, ricercatore dell’ateneo lagunare che ha moderato i lavori della serata, sono intervenuti tre relatori: Agostino Cortesi, professore dell’Università Ca’ Foscari di Venezia; Mauro Andriotto, fondatore di European Digital Asset Exchange; Massimo Morbiato, ceo e fondatore di Ez Lab.

Cortesi ha spiegato l’importanza della blockchain semplificando il concetto e soffermandosi sulle potenzialità di questo strumento che sostituisce gli intermediari in molte operazioni: «Il ruolo dell’autorità che controlla il registro delle varie transazioni viene affidato alla rete che gestisce quindi le varie informazioni. Si tratta di un meccanismo complesso di blocchi dipendenti l’uno dall’altro che fornisce beneficio a chi investe in potenza di calcolo e reca svantaggio a chi cerca di forzare o inserirsi nelle sequenze con intenti di truffa. Oggi è usato per il mondo della criptovaluta e del bitcoin ma anche per l’inserimento di contratti».

Uno strumento ancora con qualche limite evidente – come quello dei costi, spesso tutt’altro che sostenibili – ma dalle enormi potenzialità e in grado di dare garanzie di trasparenza, ad esempio al meccanismo delle gare nella Pubblica Amministrazione.

Andriotto ha ribadito il concetto spostando il focus sul campo finanziario e portando alcuni esempi pratici di applicazione di blockchain: in Svizzera, il registro digitale delle imprese è già realtà grazie a questo strumento che trova pure un ulteriore utilizzo a Lugano, dove la P.A. può pagare i fornitori in criptomoneta da spendersi solo in città con ricadute positive per il tessuto economico e dove questa modalità viene anzi incentivata con altre agevolazioni quali parcheggio gratuito e sconti nei negozi. Un esempio da seguire magari per molti Comuni italiani anche se, Andriotto lo rimarca, la blockchain pone pure sul tavolo importanti sfide per il legislatore.

Morbiato, dal canto suo, ha posto invece l’accento sul concetto di responsabilità che questo strumento impone. «Obbliga ciascuno – queste le sue parole – a rispondere dei dati che inserisce a sistema ed è una sorta di deterrente perché le informazioni restano disponibili per sempre, sono pubbliche e quindi in ogni caso verificabili. Fornisce insomma garanzie in un mondo che pone ancora le sue basi sul concetto di ‘fiducia’ giocando un ruolo quasi ‘sociale’ ma potrebbe presto permettere di andare oltre, arrivando all’idea di identità digitale mondiale: oggi siamo ancora legati alla pec che non supera i confini nazionali ma presto le cose potrebbero cambiare».

Il prossimo appuntamento rivolto alla cittadinanza è l’8 aprile alle 18.00 con l’incontro “La riduzione delle diseguaglianze nelle città, tra accessibilità e inclusione” relativo all’obiettivo 10 dell’Agenda ONU 2030. Maggiori informazioni nel sito www.urbandigitalcenterrovigo.it -> calendario.