“Jazz Nights at Casalini Garden”: un’edizione nel segno di Marco Tamburini

Grande musica, giovani talenti e ospiti internazionali per celebrare i dieci anni dalla scomparsa del trombettista cesenate.

ROVIGO – Le “Jazz Nights at Casalini Garden 2025”, promosse dal Conservatorio “F. Venezze” di Rovigo con il contributo di BVR Banca Veneto Centrale, non potevano non essere dedicate quest’anno a Marco Tamburini (1959–2015), nel decimo anniversario della sua scomparsa. Il direttore artistico del festival, Stefano Onorati, ha voluto andare oltre la semplice dedica, invitando i gruppi protagonisti della seconda e terza serata a proporre arrangiamenti originali delle composizioni del grande trombettista cesenate.

Sia il Musica Humana Ensemble diretto da Roberto Martinelli, che la Venezze Big Band guidata da Massimo Morganti, hanno accolto l’invito con entusiasmo, inserendo brani firmati da Tamburini per oltre metà del repertorio proposto. Suonare ancora oggi la sua musica, densa di raffinatezza e intensità emotiva, è senza dubbio il modo più autentico per tenere vivo il suo ricordo.

La serata inaugurale del 26 giugno ha visto l’esibizione del gruppo Aria, vincitore dell’ultima edizione del Premio Marco Tamburini. Guidato dalla cantante Giuditta Franco e completato da Giulio Tullio, Edoardo Cian, Francesco Bordignon, Francesco De Tuoni, il giovane quintetto si è reso protagonista di un eccellente concerto, presentando tre brani originali, oltre che delle personali interpretazioni di Holland, del cantautore americano Sufjan Stevens, e di Black and White, brano di Onorati e Tamburini con cui avevano vinto lo scorso dicembre il premio al Teatro Sociale.

Altissimo anche l’interesse suscitato dal concerto solista del violoncellista olandese Ernst Reijseger, unico ospite internazionale di questa edizione, che ha stregato la platea con una performance fuori dagli schemi, fatta di virtuosismo e sperimentazione. Tre richieste di bis hanno testimoniato l’entusiasmo di un pubblico coinvolto ed emozionato. Reijseger ha poi preso parte anche alla serata successiva, come ospite speciale del Musica Humana Ensemble, riuscendo a inserirsi con naturalezza nei raffinati equilibri tra jazz e musica classica della formazione.

Oltreché straordinario virtuoso dello strumento, Reijseger si è palesato performer a tutto tondo: non usa il suo violoncello a cinque corde soltanto in modo convenzionale, suonandolo con l’archetto, ma lo imbraccia come una chitarra, lo percuote come una percussione o addirittura lo trascina in lungo e largo per il palcoscenico. Tanto giocoso e irriverente è il suo atteggiamento, quanto lucida e pregnante la sua musica. Non è un caso che sia il compositore preferito dal regista tedesco Werner Herzog, per cui ha appena ultimato una nuova colonna sonora.

A introdurre il secondo appuntamento è stato il quartetto Calea, guidato dalla voce calda di Sofia Polimeno e dalla tromba lirica di Francesco Assini, che ha proposto brani di Duke Ellington e Horace Silver, ricevendo un’accoglienza calorosa.

L’ensemble di Roberto Martinelli, con la partecipazione di Reijseger, ha poi esplorato il repertorio più maturo di Tamburini, con brani come Ostuni, My Life Is Now, Mi vida e Raykwela, in un crescendo emotivo che ha coinvolto l’intero pubblico, incantato dalla fusione di suggestioni jazzistiche e atmosfere cameristiche.

La serata conclusiva di sabato 28 giugno ha confermato l’eccellenza del Conservatorio rodigino, con l’esibizione iniziale del quartetto composto da Zeno Marchi, Paolo Mancini e altri giovani musicisti, e il gran finale affidato alla Venezze Big Band diretta da Massimo Morganti, che ha incantato i presenti con un repertorio dedicato in parte agli standard della tradizione americana e in parte al “Marco Tamburini Songbook”.

Con gli ospiti Roberto Rossi, Nazzareno Brischetto e Antonello Del Sordo, la big band ha reso omaggio a Tamburini con energia e raffinatezza, regalando momenti memorabili come Come Rain or Come Shine, Donna, Napoli, Last Minute e l’emozionante bis Aerei di carta, cantato da tutto il pubblico insieme alle quattro cantanti dell’orchestra.

Un’edizione che ha saputo unire emozione, qualità artistica e partecipazione, confermando le “Jazz Nights at Casalini Garden” come uno degli appuntamenti culturali più apprezzati e longevi del panorama musicale polesano.