Mulino “Al Pizzon”: scrigno di memoria, tradizione e centro culturale

Si è conclusa con un viaggio dentro i simboli del Presepe la mostra di Mauro Padoan

Fratta Polesine (RO) – C’è un luogo, a Fratta Polesine, in cui le pale di un vecchio mulino funzionano ancora. Non servono più al lavoro del mugnaio, ma a conservare la memoria di un intero territorio: il Polesine. È un ecomuseo, ma anche una locanda con qualche camera per gli ospiti ed una cucina tradizionale e semplice che ha il sapore di un viaggio nel tempo. Il Mulino Al Pizzon, lungo il fiume Scortico, è anche un centro di promozione culturale, come attestano le tante iniziative promosse. L’ultima in ordine di tempo: la mostra dei presepi artistici del polesano Mauro Padoan e l’incontro dal titolo “Dentro i segni del Presepe” con Micol Andreasi, insegnante, esperta d’arte e giornalista, con cui domenica 9 gennaio si sono chiusi i giorni dell’esposizione.

Mauro, da qualche anno in pensione, ha scelto il ferro come suo materiale d’elezione. Non il ferro buono, ma quello che ha già consumato la sua prima vita ed è stato scartato. Costruisce presepi da quando era un bambino e non ha intenzione di smettere. Ogni anno, l’Avvento per lui è una lunga meditazione ed una laboriosa creazione della scena con la natività. Quelli in mostra sono tutti diversi, ambientati in Africa sotto l’albero della vita, o minimali racchiusi dentro l’abbraccio di San Giuseppe o sotto una croce.

A Mical Andreasi è stato affidato il compito di accompagnare i numerosi presenti dentro i simboli dei presepi di Mauro Padoan e del presepe in generale. Per farlo si è servita di alcune delle più belle immagini dell’arte della Natività, raccontando di volta in volta la funzione della mangiatoia, il valore simbolico del bue e dell’asinello, degli altri animali del presepe come le pecore ed i pavoni e le tortore. Rintracciando tra la paglia qualche spiga di grano e soffermandosi sui valori simbolici dei colori delle vesti. Al San Giuseppe ha dedicato un’attenzione particolare mostrando come l’arte nei secoli ne abbia modificato la postura, l’età e la partecipazione all’evento. E da vecchio semiaddormentato ai margini, sia diventato più giovane e compartecipe con Maria della gioia e della lode al bambino.

Al pubblico curioso ed arrivato a Fratta in bicicletta anche da Rovigo, Micol Andreasi ha raccontato la bellezza di un’esposizione di presepi proprio all’interno di un mulino, segno anch’esso del presepe e del Natale. «Per la presenza dell’acqua – ha spiegato – da sempre simbolo di vita e di rinnovamento, ma anche per la sua ruota che rimanda al tempo e ci ricorda la finitezza di ogni essere umano e soprattutto perché qui il seme di grano muore per diventare pane. Il pane di cui ogni corpo si nutre, ma anche il pane di cui ogni spirito necessita. E così, il bambinello adagiato su una mangiatoia di paglia e spighe di grano, sotto la croce forgiata da Mauro Padoan, ci ricorda che chi si nutre di lui vivrà in eterno».

Dopo l’entusiasmante viaggio nei simboli e nell’arte, ad attendere gli ospiti, a tavola c’era un fumante piatto di saporita pasta e fagioli e le costine in umido con la polenta taragna e la composta di verdura di stagione e il pane fritto, preparate ad arte come tradizione polesana vuole.

A fare gli onori di casa, come sempre, i sorrisi – purtroppo mascherati dalle Ffp2 – di Donatella Girotto, Giuseppe Marangoni, Gabriella de Giovanni, Cristiano Fenzi e degli altri volontari amici del Mulino al Pizzon che da anni contribuiscono a farlo vivere.