
Nella notte tra sabato 25 e domenica 26 ottobre 2025, alle 3.00 del mattino, l’Italia saluterà l’ora legale e tornerà all’ora solare, spostando indietro le lancette di sessanta minuti. Per molti significa un’ora di sonno in più, ma anche serate più buie e il ritorno dell’annuale discussione sull’utilità di questo meccanismo.
Il prossimo passaggio all’ora legale è fissato tra il 28 e il 29 marzo 2026, ma in Europa il tema è tutt’altro che chiuso: ha ancora senso cambiare orario due volte l’anno?
Secondo i dati diffusi da Terna, nei sette mesi compresi tra il 30 marzo e il 26 ottobre 2025 il sistema elettrico nazionale ha risparmiato:
- 310 milioni di kWh
- 90 milioni di euro di costi energetici
- 145 mila tonnellate di CO₂ in meno immesse in atmosfera
Dal 2004 a oggi, l’ora legale avrebbe consentito all’Italia di evitare oltre 12 miliardi di kWh di consumi e 2,3 miliardi di euro di spesa energetica.
Sono dati che continuano a sostenere l’utilità del sistema, nonostante l’avvento di illuminazione LED e dispositivi a basso consumo renda i benefici meno evidenti rispetto al passato.
L’idea di sfruttare meglio la luce naturale risale addirittura a Benjamin Franklin (1784). In Italia l’ora legale fu adottata nel 1916, abbandonata e poi resa stabile nel 1966.
Ma oggi il tema riguarda sempre più benessere e salute: spostare l’orologio incide sui ritmi biologici, soprattutto in primavera. Il cambio autunnale, spiegano gli esperti, è generalmente meno traumatico.
«Spostare le lancette indietro di un’ora ha un impatto minore sulla salute. È con l’ora legale che si dorme meno e aumentano i ricoveri per patologie cardiovascolari», osserva Luigi Ferini-Strambi, del Centro di Medicina del Sonno del San Raffaele.
La SIMA (Società Italiana di Medicina Ambientale), però, invita alla cautela: «Il cambio d’orario altera i ritmi circadiani – spiega il presidente Alessandro Miani – e può influire su pressione arteriosa, umore, concentrazione e incidentalità».
A riaprire la contesa è stato il premier spagnolo Pedro Sánchez, che dichiara:
«Cambiare l’ora due volte l’anno non ha più senso. Aiuta a malapena a risparmiare energia e ha un impatto negativo sulla salute e sulla vita delle persone».
Madrid porterà la proposta di abolizione al prossimo Consiglio europeo. Il Parlamento UE si era già espresso nel 2019 per lasciare libertà di scelta agli Stati, ma l’accordo si è arenato: Italia, Grecia e Portogallo difesero l’attuale sistema.
Intanto, nel nostro Paese cresce il fronte di chi vorrebbe un’ora legale permanente. La SIMA e Consumerismo No Profit hanno raccolto oltre 350 mila firme. «Chiediamo di abbandonare definitivamente l’ora solare – afferma Luigi Gabriele – e di mantenere l’orario legale per tutto l’anno».
Tra risparmio energetico, abitudini quotidiane e salute, l’ora solare continua a essere un compromesso. Ma la domanda resta aperta: siamo ancora disposti a cambiare orario due volte l’anno? L’Europa dovrà deciderlo entro il 2026.
Nel frattempo, stanotte si dorme un’ora in più.









































