Coldiretti: bene stop a “Nutriscore”, salva 85% del made in Italy

Dopo la contrarietà dell’Italia, la Commissione Europea rinvia la proposta al secondo trimestre 2023

L’Italia fa le barricate contro il Nutriscore.

ROVIGO – Il rinvio, da parte della Commissione Europea, della presentazione della proposta di regolamento sull’etichetta nutrizionale fronte-pacco salva l’85% in valore del Made in Italy a denominazione di origine che rischiava di essere ingiustamente penalizzato dall’etichetta Nutriscore. È quanto afferma la Coldiretti nel sottolineare che il rinvio, al secondo trimestre del 2023, della presentazione della proposta di regolamento conferma le perplessità sull’etichetta a colori manifestate dall’Italia e da altri Paesi.

«La questione dell’etichettatura è uscita dai confini nazionali e si sta discutendo a livello europeocommenta Carlo Salvan, presidente di Coldiretti Rovigolo stesso ‘luogo’ dove ormai si prendono tutte le decisioni sulla politica agricola che interessano poi i 27 stati membri e a cascata tutte le rispettive aziende agricole. Da qualche giorno, in Italia, abbiamo un nuovo ministero guidato da Francesco Lollobrigida, intitolato alla sovranità alimentare e confidiamo che questo appellativo funga da difesa delle nostre produzioni e del Made in Italy minato da un’ipotesi di etichettatura che va in tutt’altra direzione».

«Da anni – prosegue Salvan – affermiamo che il Nutriscore è un sistema di etichettatura fuorviante, discriminatorio e incompleto che finisce paradossalmente per escludere dalla dieta alimenti sani e naturali che da secoli sono presenti sulle tavole per favorire prodotti artificiali di cui in alcuni casi non è nota neanche la ricetta».

I sistemi allarmistici di etichettatura a semaforo – continua la Coldiretti – si concentrano esclusivamente su un numero molto limitato di sostanze nutritive (ad esempio zucchero, grassi e sale) e sull’assunzione di energia senza tenere conto delle porzioni, escludendo paradossalmente dalla dieta ben l’85% in valore del Made in Italy a denominazione di origine. L’equilibrio nutrizionale – precisa la Coldiretti – non va ricercato nel singolo prodotto ma nell’equilibrio tra i diversi cibi consumati nella dieta giornaliera e per questo non sono accettabili etichette semplicistiche che allarmano o scoraggiano il consumo di uno specifico prodotto. In questo modo si finisce paradossalmente per escludere eccellenze – continua Coldiretti – della Dieta mediterranea, dall’olio extravergine d’oliva al Parmigiano Reggiano, a vantaggio di prodotti artificiali di cui in alcuni casi non è nota neanche la ricetta.

«L’approccio di questa etichettatura va combattuto perché fuorviante e anche perché – conclude Salvan – apre le porte al cibo sintetico, dalla bistecca fatta nel bioreattore al latte senza mucche, che rappresenta una minaccia letale per l’agricoltura italiana, la salute dei consumatori e la biodiversità del pianeta. A tal proposito, Coldiretti ha iniziato a raccogliere le firme per una petizione per dire no al cibo sintetico, perché dietro questa ricerca ‘alimentare’ ci sono numerose contraddizioni, ma soprattutto questa strada mina la nostra tradizione agroalimentare, fatta di storia, salute, qualità e non da meno, il lavoro di migliaia di persone lungo tutta la filiera, dal campo alla tavola».