Tensioni – Geografia delle relazioni, festival di arti e sguardi sul tempo presente

Partita la due giorni culturale. Tovo (Comune Rovigo), “Uno stimolo per la nostra città”. Toffoli (Cariparo), “Una filantropia mirata”. Ronda (Fdz), “Cultura e arte ridefinite dalla tecnologia”

I saluti di Giuseppe Toffoli, Claudio Ronda e Roberto Tovo

ROVIGO – È partita sabato 28 settembre al Censer la due giorni culturale del nuovo Tensioni, festival di arti e sguardi sul presente, ideato da La Fabbrica dello zucchero-Fdz, col sostegno della Fondazione Cariparo, la collaborazione di Censer Spa e il patrocinio di Comune e Provincia di Rovigo.

Fin dal primo mattino gli allievi della classe III/A del Liceo Celio Roccati, volontari del Festival, si sono distribuiti alle varie postazioni con le loro magliette nere gadget di Tensioni.

Puntuali si sono aperti i primi sipari sugli eventi, l’esibizione della musicista sarda Marta Loddo in simbiosi con la sua loop machine umanizzata in Tamara. Il laboratorio “analogico” di Mariangela Savoia, designer della comunicazione, impegnata a creare una “fanzine” con forbici e colla. In sala Rigolin, l’archeologo Ricardo Stocco ha illustrato alcuni splendidi progetti di rigenerazione sociale partendo dal recupero di aree urbane dimenticate o dismesse, come l’ex mensa dei ferrovieri di Castefranco Veneto, che da insignificanti mura abbandonate è ritornata come archeologia ferroviaria di inizi Novecento ed una nuova funzione di bistrot con punto ritrovo cicloturistico internazionale.

Mentre il Pre-collettivo d’arte, quattro ragazzi scultori, pittore e fotografo rispettivamente, si accingevano a progettare e realizzare le loro opere manovrando in modo sorprendente tra collant, tubi metallici, reti e gesso sotto gli sguardi incuriositi dei passanti, in sala Bisaglia si è aperta ufficialmente la kermesse Tensioni 2019.

Davanti alle autorità, alla stampa e ad una delegazione degli organizzatori, ha fatto gli onori di casa Giuseppe Toffoli, nella doppia veste di amministratore di Censer e vicepresidente della Fondazione Cariparo, ha ricordato la storia passata e presente dell’ex zuccherificio, sottolineando la sua attuale evoluzione in “laboratorio di idee” grazie a La Fabbrica dello zucchero. «Sono iniziative che hanno i caratteri della nuova filantropia, ossia interventi di sostegno economico mirati, e non più a pioggia. Inoltre, i soggetti finanziati devono avere un’attitudine imprenditoriale ed esser capaci di sostenersi da soli: è un tipo di filantropia dove il privato viene coinvolto nel sostegno alla cultura, in un modello che è mancato in Italia e che si sta recuperando negli ultimi tempi».

L’autonomia gestionale di La Fabbrica dello zucchero è stata segnalata anche dal vicesindaco, assessore alle Politiche culturali del Comune di Rovigo Roberto Tovo che ha apprezzato pubblicamente il Festival: «Una chiave di lettura nuova – ha detto – con cui leggere il presente, quella della sensibilità artistica. Il progetto La Fabbrica dello zucchero e questo Festival è un nuovo stimolo culturale per la città, che si apprezzerà sempre di più col tempo».

Il coordinatore artistico di Tensioni 2019, Claudio Ronda, ha illustrato le ragioni dell’iniziativa. «Nello zuccherificio veniva generata energia dalle macchine che trasformavano le barbabietole in un prodotto raffinato, lo zucchero – ha ricordato Ronda – Il processo di trasformazione è la metafora che ci piace utilizzare per qualificare il ruolo dell’artista, che parte dall’esperienza e dalla realtà per raffinare e restituire allo spettatore la sua visione del mondo. Un mondo complesso dove nuovi linguaggi ridefiniscono l’arte e la tecnologia condiziona ogni forma comunicativa. In questo Festival ci interroghiamo sul presente attraverso la visione di tutti i protagonisti, artisti, musicisti, performer, giornalisti, che portano i loro spettacoli, tutti multidisciplinari come commistioni di linguaggi e nei loro talk portano esperienza concretamente vissute».

Il Festival prosegue con un programma fitto fitto di eventi per tutta la giornata di domenica 29 settembre. Per il tema “Trame di umanità” alle ore 10,00 Luisa Fabrizi è protagonista del talk “To-not-disappear”. La sua installazione è uno specchio interattivo che sfida chi gli è davanti a lottare per venire riflesso. Quando qualcuno entra nel campo visivo dell’installazione, la sua immagine perde fuoco e saturazione. Per ottenere la loro immagine i visitatori devono urlare contro la macchina. L’installazione costringe i visitatori a prendere distanza dalle norme sociali del buon gusto e moderazione. To-not-disappear invita ad esprimere la propria individualità attraverso un urlo primordiale, trasformando il visitatore da consumatore passivo a performer, sollecitando un contatto intimamente esplosivo con la propria umanità.

Per il tema “Le rotte del Linguaggio” un incontro di sicuro interesse anche per i giovani è quello delle ore 12 con Bruno Mastroianni, filosofo, giornalista, social media manager di trasmissioni Rai. Si occupa di discussioni online, conflitti e comunicazione di crisi e al Festival di “Diversità aumentata”.

Per “Cinture di insicurezza”, il festival Tensioni, in linea con gli obiettivi di Fabbrica dello Zucchero, diventa mezzo di connessione con altri festival, grazie anche al coordinamento e al sostegno di Rovigo Convention & Visitors Bureau, che ha avviato la collaborazione con KUM festival dal 18 al 20 ottobre ad Ancona. Per costruire un “ponte” tra le coordinate dei due festival “geografia delle relazioni” e “origine della vita” sono presenti il prof Alessandro Inserra, direttore dell’unità complessa di Chirurgia all’Ospedale Pediatrico Bambino Gesù di Roma e Nicolò Terminio, psicoanalista lacaniano, membro di IRPA e ALIPSI. Insieme analizzano il caso di separazione di due gemelline siamesi compiuto all’Ospedale Bambino Gesù documentato anche da Rai 3 nella trasmissione “Dottori in Corsia”, con l’incontro dal titolo “Tensioni del corpo: quando la separazione genera nuova vita”.

Alle ore 17,00 Roberto Mercadini è protagonista dello spettacolo “Odissee anonime. Monologo sull’integrazione”. Storie di Senza Nome e di Nessuno. Storie vere di due migranti i cui nomi non vengono rivelati: uno nato in Afghanistan, l’altro in Costa D’Avorio. Il “poeta parlante” Roberto Mercadini affronta uno dei temi più complessi della contemporaneità, creando uno spettacolo sul percorso dei richiedenti asilo e sull’incontro con la realtà italiana.

Per maggiori informazioni: www.lafabbricadellozucchero.com
Tel. 3713844360