Maurizio Noce debutta alla regia con “Il capitano argentino”

Dal racconto di Massimo Ubertone, una potente narrazione civile sul dramma dei desaparecidos commuove il pubblico di Arquà Polesine.

Arquà Polesine (RO) – Emozione, commozione e applausi scroscianti hanno accompagnato la prima dello spettacolo Il capitano argentino, tratto da un racconto dello scrittore rodigino Massimo Ubertone e diretto per la prima volta da Maurizio Noce, presidente di Fita Rovigo e storico attore della compagnia Proposta Teatro Collettivo di Arquà Polesine.

L’evento, inserito nella rassegna di teatro civile Incursioni teatrali che anima mensilmente il teatro parrocchiale del paese, ha conquistato il pubblico con la forza del racconto e l’intensità della messa in scena. Il testo affronta una delle pagine più drammatiche e meno conosciute della storia recente: quella dei desaparecidos argentini, persone rapite, torturate e uccise durante la dittatura militare, in un periodo oscuro che ha segnato decine di migliaia di vite.

Per Noce si è trattato di un debutto importante dietro le quinte: una prova di maturità artistica condotta con il supporto di Daniela Olivo e Massimo Noce, quest’ultimo anche voce fuori campo.
«Sono emozionato – ha detto Maurizio Noce – per questo debutto. Ringrazio la squadra che ha creduto in questo progetto e la compagnia Proposta Teatro Collettivo per avermi dato la disponibilità di mettermi all’opera».

Un’emozione condivisa anche dall’autore del testo. «È qualcosa di impagabile – ha dichiarato Massimo Ubertone – vedere le proprie parole scritte diventare un testo teatrale e poi anche un dramma messo in scena. Ringrazio quanti hanno fatto parte di questa messinscena intensa e profonda».

Particolarmente apprezzata anche la cura scenografica, arricchita dai disegni originali dell’artista Denis Raccanelli, realizzati appositamente per lo spettacolo. «La più grande risposta e soddisfazione – ha dichiarato il disegnatore – è proprio vedere i miei disegni diventare scenografia per un lavoro di teatro».

Sul palco, insieme a Maurizio Noce nel ruolo di Damiano — protagonista che ricostruisce la propria storia familiare segnata dalla violenza del regime — si sono distinti Marisa Migliari (nel ruolo della madre), Daniele Cestari e Maria Pia Gallo nelle scene ambientate al tavolo di un bar, luogo simbolico della memoria.
Il capitano argentino, figura crudele e tormentata, è stato interpretato da Arnaldo Bonafini, con la partecipazione di Lorenza Previato in una delle scene più intense e difficili.

Una prima di forte impatto civile ed emotivo, capace di trasformare il palcoscenico in un luogo di riflessione e memoria collettiva.