L’uomo che sposò la terra del Po

Il libro sul mondo fatto di argilla sarà presentato nel museo/laboratorio della famiglia Fecchio a Grillara, sabato 1 ottobre alle ore 16

Nella foto: la famiglia Fecchio con il presidente nazionale di Coldiretti, Ettore Prandini, e la responsabile nazione di Coldiretti Donne Impresa, Chiara Bortolas durante la 2^ Festa dell’educazione alimentare che si è tenuta a Roma a maggio 2022.

Ariano nel Polesine (RO) – Sarà presentato sabato 1 ottobre alle 16, nella splendida azienda agricola gestita dalla famiglia Fecchio a Grillara, il libro “L’uomo che sposò la terra del Po” edito da Edizioni Helicon scritto a sei mani da Giada Fecchio, Andrea Sogari e Rodolfo Vettorello.

Giada Fecchio è cresciuta tra le ocarine, grazie al nonno e alla famiglia e si occupa della promozione del museo/laboratorio mentre conclude gli studi universitari. Andrea Sogari, mantovano, si è laureato in antropologia ed etnologia culturale con una tesi sulla produzione tradizionale di fischietti e ocarine.  Rodolfo Vettorello collabora con l’editore Helicon e ha alle spalle più di 40 pubblicazioni oltre a più lauree e una grande passione per la poesia.

Come riportato nel colophon, il libro “L’uomo che sposò la terra del Po” è un documento per la valorizzazione dell’attività culturale e artigianale di realizzazione di ocarine e zufoli di argilla da parte della famiglia di Idelmo Fecchio, di Benvenuto e Giuseppina Fecchio e delle figlie Chiara e Giada. All’interno del libro ci sono le foto di Daniele Ferroni e Giada Fecchio, le poesie sono di Rodolfo Vettorello, mentre l’immagine di copertina è un disegno di Angelica Suman. L’uomo che sposò la terra del Po è Idelmo; passione, fantasia e impegno sono stati trasmessi a cavallo di due secoli dai Fecchio a migliaia di persone perché hanno sempre creduto nel potere e nella magia di queste creazioni. Questa storia curiosa, di come l’argilla del Delta del Po si continui a trasformare musica e arte è racchiusa qui.

Appuntamento l’1 ottobre alle ore 16 nella sala dell’azienda agricola di Fecchio. L’evento è gratuito e aperto al pubblico. Hanno già dato adesione numerose autorità e istituzioni. Sarà l’occasione per conoscere il libro e apprezzare le sale del museo. Durante l’evento non mancheranno momenti dedicati all’ascolto dei suoni e voce della terra.

«Il nostro sogno è da sempre quello di far arrivare l’ocarina al giusto livello di conoscenza nazionaleha commentato Benvenuto FecchioAll’estero l’ocarina è un oggetto venerato non solo come musica, ma anche come gioiello, come pezzo da collezione. L’ocarina è uno strumento che merita attenzione perché è frutto della nostra terra, è un veicolo di storia, di tradizioni e di sonorità che ci appartengono ma che meritano appunto la giusta attenzione. Nella nostra azienda svolgiamo laboratori per bambini, ma anche per adulti, per continuare a tramandare l’avventura di Idelmo, nata da un sogno».

Da quasi un secolo ad Ariano nel Polesine, grazie alla famiglia Fecchio, si tramanda una magia. Idelmo Fecchio, scomparso a 103 anni, è stato l’ideatore di questa avventura: dai fischietti alle ocarine, la storia li ha portati alla creazione, non solo di strumenti musicali, ma anche permesso al nostro territorio l’organizzazione di veri festival ocarinistici internazionali e una intensa attività didattica che tuttora si svolge all’interno di un vero e proprio museo dedicato agli strumenti sonori creati dall’argilla. La famiglia Fecchio oggi conduce un’azienda agricola socia Coldiretti, loro sono: Benvenuto (figlio di Idelmo) e Giuseppina; da qualche anno, si sono unite le due figlie Chiara e Giada. L’obiettivo è tramandare questa tradizione con i loro laboratori didattici per grandi e piccini. La passione e l’abilità fanno sì che, oltre a essere fattoria didattica iscritta all’elenco della Regione Veneto, questa attività sia entrata a far parte del sistema museale della Provincia di Rovigo dal 2010. Oggi questa fattoria didattica mette assieme la terra, materiale primo per la creazione di questo strumento, l’acqua, necessaria per dare forma alla terra, il fuoco, per la cottura ed infine l’aria, senza la quale lo strumento a fiato non avrebbe vita.