Rovigo: giovane entra in una classe dell’Ipsia e spruzza spray al peperoncino

ROVIGO – Attimi di paura questa mattina all’Ipsia di Rovigo, in viale Alfieri, dove un giovane incappucciato è entrato nell’istituto e ha spruzzato spray urticante al peperoncino in una classe prima.

L’episodio è avvenuto intorno alle 8.30, poco prima l’inizio delle lezioni. Subito è scattato l’allarme e sul posto sono intervenute le volanti della Polizia di Stato, che sta ora ricostruendo la dinamica dell’accaduto. Presenti anche i sanitari del Suem 118, che non hanno riscontrato feriti tra studenti e docenti, sebbene ci sia stato grande spavento.

Resta ancora da chiarire l’identità del responsabile e se si tratti di uno studente dell’istituto o di un giovane proveniente da un’altra scuola. Le indagini sono in corso e non si esclude un collegamento con altri episodi avvenuti nei giorni scorsi.

In merito all’accaduto, il dirigente scolastico dell’IIS Viola-Marchesini, Francesco Lazzarini, ha parlato di una «emergenza che ci deve interrogare tutti come comunità educante».

«Ci tengo a precisare – ha dichiarato il dirigente – che è stata la scuola stessa a convocare le forze dell’ordine e l’ambulanza presso la sede dell’Ipia di via Alfieri dopo che un ragazzo, prima dell’inizio delle lezioni, avrebbe spruzzato dello spray al peperoncino. Nostro dovere era verificare l’accaduto e soprattutto accertarci che nessuno degli studenti che stavano entrando in classe in quel momento fosse in qualche modo danneggiato. Per fortuna non ci sono stati feriti. Ora toccherà alla Polizia capire».

Ma se l’episodio di via Alfieri non ha fatto danni, per il dirigente scolastico resta grave l’emergenza educativa che coinvolge soprattutto gli studenti del primo biennio sia dell’istituto professionale, sia del tecnico. «É innegabile: le difficoltà che stiamo registrando tra i più giovani, nella delicata fase di passaggio dalle medie alle superiori, sono tante, forse troppe. La scuola sta mettendo in campo tutto quello che può, attivando attività di mentoring, di coaching, di supporto psicologico, di formazione dei docenti… ma la scuola da sola non può risolvere».

Lazzarini si appella ai Servizi Sociali, al Comune, alle Associazioni educative e agli Enti del Terzo Settore: «Abbiamo la necessità di fare rete, di individuare un referente, di lavorare in modo da sentirci davvero una Comunità educante e non scogli più o meno capaci di arginare una marea crescente. Segnalo la difficile situazione di piazzale Cervi, l’attuale stazione delle corriere, dove sono ormai troppi gli episodi di violenza tra i giovani; auspico una presenza di presidio continua delle forze dell’ordine, ma anche confido in interventi educativi in loco che possano mirare a prevenire prima che punire».

«Rispetto al ruolo delle famiglie – aggiunge il dirigente – la speranza è che siano presenti nella vita dei loro ragazzi, non solo quando serve sindacare un voto, ma per comprendere che cosa accade dentro il loro gruppo di amici, quali dinamiche vi siano e per condividere con gli insegnanti quel percorso di crescita che non è solo scolastico, ma umano e sociale».